È sempre più caotica la situazione interna all’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona. Polemiche, in questi giorni, sono relative alle visite dei parenti ai degenti nelle strutture del “Ruggi”, e proprio su questo tema interviene l’organizzazione sindacale Nursind che ha raccolto in queste settimane le dichiarazioni di numerosi parenti di pazienti ricoverati presso gli ospedali dell’Azienda che lamentano il divieto, nonostante la fine della pandemia Covid, di assistere notte e giorno i loro congiunti e contestando quella che è stata definita “una disumanizzazione del personale infermieristico e operatori socio sanitari” «Tutto ciò risulta inaccettabile», ha detto Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno, e i delegati Rsu del sindacato per l’azienda “Ruggi”, Domenico Ciro Cristiano, Monica Senatore, Valerio Festosi Guida e Renato Chierchia. «Bene ha fatto il direttore generale a chiarire che “i pazienti non autosufficienti di norma sono assistiti dai propri parenti e badanti durante il ricovero”, ma altrettanto bene avrebbe fatto a ricordare che non è mera facoltà di chicchessia disciplinare l’accesso dall’esterno alle strutture ospedaliere, bensì il tutto deriva da una normativa nazionale che, in virtù della dichiarazione della fine della fase pandemica da Covid 19, ha determinato regole chiare ed universali, chiarendo nel contempo che i pazienti minori o non autosufficienti avessero la possibilità di essere assistiti da un familiare o da un caregiver 24 ore su 24. Non si capisce bene, quindi, da dove derivi la supposta ed infamante definizione di disumanità addossata al personale infermieristico e agli operatori socio sanitari. La stessa cosa la ricordiamo a chi oggi sputa veleno su di loro, che hanno combattuto in prima linea durante la pandemia a mani nude e senza tirarsi mai indietro, dimostrando di sapersi anche reinventare per affrontare un male che nessuno conosceva. Vogliamo ricordare a chi fa spregio della professionalità altrui che i pericoli, dovuti alla commistione continua di personale esterno alle strutture sanitarie, che non si fermano al solo Covid. Basti pensare alla piaga delle infezioni nosocomiali che ha portato a registrare la maggior antibiotico resistenza a livello europeo degli ultimi 10 anni, che ha determinato la diffusione delle infezioni correlate all’assistenza causate da microrganismi antibiotico-resistenti (e il limitato controllo di queste infezioni). Ed è bene, inoltre, che si spieghi bene quale sia il concetto di assistenza diversamente da quello di visita, in quanto, evidentemente, qualcuno vorrebbe surrogare professionisti con anni di studi e di esperienza per il solo fatto di essere un parente dell’assistito stesso. Ecco perché chiediamo alla direzione strategica del “Ruggi” una dura presa di posizione a difesa del personale infermieristico e degli operatori socio sanitari, vigliaccamente vilipeso da chi di sanità, evidentemente, non capisce nulla». Il segretario chiede dunque spiegazioni ai vertici dell’azienda ospedaliera universitaria affinchè possa risolversi quanto prima questa situazione che mette in difficoltà non solo i pazienti ma anche i familiari.
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