di Francesco Carriero
La parola Rock e la parola Sanremo, nell’immaginario comune, stridono pesantemente, ma nell’ultima edizione del Festival della canzone italiana c’è stato un giovane cantante, Diodato, che è riuscito con la sua “Babilonia” a limare la ruggine tra il genere e il kermesse. Nato a Taranto ma di origini salernitane per via della sua famiglia, il cantautore è stata la vera rivelazione dell’ultimo festival (anche se lui non vuol esser definito vincitore morale) piazzandosi al secondo posto tra “le nuove proposte”, ma primo per consensi della giuria di qualità. Un artista della tua età come giudica l’esperienza sanremese? Meravigliosa. Circolano molti pregiudizi sul Festival, soprattutto in alcuni circuiti musicali, ma la mia esperienza è stata stupenda. Tanto è dipeso dalla direzione artistica che definirei illuminata. Ci hanno fatto sentire come se fossimo a casa, apprezzati e tutelati. Inoltre è stata una vetrina incredibile visto che per la finale abbiamo cantato alle 10,30 orario di massima visibilità. Questo ci ha permesso di arrivare al grande pubblico. Infine c’è anche il lato umano: è stato bello fare amicizia e conoscere tanti altri giovani artisti. Salerno “spingeva” molto il suo Rocco Hunt, ma anche tu avevi qui in città tanti tifosi per via delle tue origini salernitane. Si sono contento che i miei parenti rimasti qui mi abbiano sostenuto e mi abbiano fatto sentire il loro affetto. Certamente battere Rocco era impossibile visto che aveva i numeri per spuntarla anche tra i “big” ed il suo merito va oltre le appartenenze territoriali che molto spesso generano polemiche inutili, per me è stato un grande successo l’essere stato apprezzato dalla giuria di qualità. Sono felicissimo di aver conosciuto e diviso il palco con un ragazzo come Rocco. Nel maggio del 1999 sul treno che riportava a casa i tifosi della salernitana e che prese fuoco nella galleria di Santa Lucia, perse la vita un tuo cugino, Giuseppe Diodato. Si ricordo, purtroppo la vicenda. Era un mio cugino di secondo grado. Una tragedia, un grande dolore. Quando verrai a trovare i tuoi parenti a Salerno? Spero il prima possibile. Mi sto organizzando per mettere in piedi dei piccoli show case proprio perché mi piacerebbe incontrare di persona e conoscere tutti quelli che in questi giorni mi hanno scritto per esprimermi il loro affetto e congratularsi con me. Sarebbe bello partire proprio da qui! Intanto mando un saluto ai miei zii salernitani.