Pina Ferro
I medici dell’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” hanno fatto l’impossibile per strappare alla morte il 69enne Salvatore Fusco di Piano di Sorrento. Per il decesso del paziente sono stati notificati dieci avvisi di garanzia ai sanitari del Ruggi e sei ai colleghi dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Sorrento. Il paziente era arrivato presso il nosocomio salernitano lo scorso 11 agosto con la diagnosi di Gangrena gassosa. Diagnosi che non ha trovato riscontro negli ulteriori accertamenti effettuati al personale del Ruggi che invece ha diagnosticato una perforazione intestinale con una conseguente setticemia. Ora la salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria della procura di Torre Annunziata che ha disposto l’esame autoptico sulla salma. A rivolgersi alla magistratura sono stati i familiari dell’uomo.
Salvatore Fusco lo scorso 6 agosto si era recato al pronto soccorso dell’ospedale di Sorrento lamentando forti dolori addominali. Dopo essere stato visitato, il 69enne viene dimesso e gli viene prescritta una terapia farmacologica. Dopo tre giorni l’uomo si ripresenta al pronto soccorso spiegando ai camici bianche che i dolori non si sono affatto placati, anzi, sono diventati molto più atroci. A questo punto i medici dispongono il ricovero e avviano tutto l’iter diagnostico necessario alla formulazione della diagnosi. Diagnosi che arriva dopo due giorni. Per i medici dell’ospedale di Sorrento il paziente era affetto da gangrena gassosa. A questo punto e con questa diagnosi si rendeva indispensabile sottoporre il paziente alla camera iperbarica e per questo si dispone il trasferimento al Ruggi. Era il pomeriggio dell’11 agosto. Giunto al Salerno, i medici del pronto soccorso prima di sottoporre il paziente a qualsiasi terapia decidono di visitarlo. Il 69enne presentava un addome per nulla trattabile, particolare questo che porta i sanitari a disporre una tac. L’esame diagnostico rivela una patologia completamente diversa da quella accertata dai colleghi di Sorrento. Il paziente aveva una grave perforazione intestinale sulla quale bisognava intervenire ad horas. Pare che si fosse già sviluppata una setticemia. La stessa sera dell’arrivo al “Ruggi” il paziente viene portato in sala operatoria e sottoposto ad un delicato intervento nel corso del quale l’addome viene ripulito completamento e l’intestino deteriorato reciso. Nonostante il buon esito dell’operazione, il paziente spira nel pomeriggio del 12 agosto per shock settico. A questo punto scatta la denuncia da parte dei familiari ed il sequestro della cartella clinica. Alla vigilia di ferragosto vengono notificati gli avvisi di garanzia a sei medici dell’ospedale di Sorrente e dieci tra anestesisti, chirurghi, medici del Pronto soccorso e della radiologia del Ruggi. Ora sarà l’esame autoptico a fare chiarezza.