di Andrea Pellegrino
“Io candidato sindaco? Ringrazio l’amico Salzano ma credo che vada fatto un ragionamento più ampio. Per esempio, nel centrodestra vedo bene la candidatura di Mara Carfagna”. Paolo Del Mese non scopre le carte sulla possibile discesa in campo alle prossime comunali. Per ora analizza gli eventi. Ed in merito alle sue vicende giudiziarie annuncia: “Ben presto spiegherò tutto nell’ambito di una conferenza stampa. Ma attenzione, vigilerò sempre perché quello del fallimento del pastificio, sta diventando il processo Del Mese e non Amato”.
Onorevole Del Mese, che c’è di vero nella candidatura a sindaco?
“Io ringrazio l’amico Donato Salzano (segretario dei Radicali, ndr) per la proposta e mi fa veramente piacere, ma io credo che in questa fase in cui la politica langue in una maniera eclatante penso che il discorso per essere veramente politico deve essere spersonalizzato. La crisi attuale della politica, che ha raggiunto dimensioni enormi, la si supera individuando un progetto, un programma che rispecchi innanzitutto i valori dei soggetti partecipanti al progetto stesso. Io, ad esempio, non dimentico mai di essere stato democristiano; penso si senta la mancanza di quei valori che per tanti anni hanno fatto da pungolo, stimolo e soprattutto riferimento della società italiana. Però credo che la crisi vera della politica si affronti utilizzando in maniera positiva le prossime scadenze elettorali, regionali e comunali. Ho sempre ritenuto che per fare politica non si debba necessariamente ricoprire incarichi istituzionali, che non si debba essere necessariamente deputati o senatori. La politica è una cosa seria è un’arte che richiede un campo di azione molto più vasto delle figuri istituzionali e in questa fase ed è qui il punto critico della vicenda. Per quanto riguarda la nostra provincia – non per colpa degli attuali rappresentanti, che non giudico – si risente della mancanza di un sistema elettorale che ha determinato la scarsa incidenza del territorio nelle scelte politiche regionali. Non si può vivere alla giornata senza un’idea a monte che possa risolvere i problemi che si affacciano. C’è mancanza di collegamento tra le vere esigenze e i momenti decisionali con scarsa incidenza delle istituzioni sul piano delle iniziative”.
Passiamo a Palazzo di Città e alla vicenda De Luca…
“Credo che la vicenda De Luca evidenzi di più la mia teoria. De Luca ha occupato spazio politico enorme con effetti positivi per la città di Salerno e le vicende che lo riguardano fanno si che le decisioni politiche su ognuno di noi vengano affidate ad altri organismi non politici. Parliamoci chiaro: la giustizia deve far giustizia e la politica deve fare la politica. La giustizia non può decidere per la politica e viceversa”.
Dopo De Luca?
“Sarà un caos completo”.
Ma una alternativa c’è?
“Bisogna cercarla”.
Ma a destra o a sinistra?
“È una contrapposizione superata: il colore è lo stesso. Bisognerebbe fare una forte iniziativa di carattere politico programmatico per costituire squadre che non si identificano con una sola persona ma che implicano il coinvolgimento di più soggetti che sulla linea programmatica. Il nome viene dopo. Non siamo al Festival di Sanremo o ad un concorso”.
Ma Enzo Napoli può essere l’erede di Vincenzo De Luca?
“Deve conquistare tutto sul campo. Lui è persona degnissima ma bisogna vedere che propone e che gradimento può avere. Certo che la vicenda di De Luca determina un blocco negativo sulle prospettive della città di Salerno; così si perde tempo prezioso e alla fine a pagarne le conseguenze saranno i cittadini”.
La candidatura di Vincenzo De Luca alle Regionali?
“Mi meraviglia che abbia creduto di esser appoggiato dal Pd. Lui doveva già rendersi conto delle difficoltà che avrebbe generato una sua candidatura. Siamo in un vicolo cieco in cui vedere una via d’uscita è difficile”.
Una candidatura autonoma di Vincenzo De Luca alla Regione?
“Non ci credo”.
Dovrebbe accettare offerte?
“L’ ho detto, la politica non si fa solo accettando incarichi istituzionali anche se credo che la forza propulsiva di De Luca non possa essere messa da parte”.
Però bisognerebbe trovargli un ruolo…
“Non spetta a me ma al Pd trovare soluzioni idonee e non mortificanti. Si rischia di accentuare sempre di più la personalizzazione della politica che, ripeto fino alla noia, è uguale per entrambi gli schieramenti: non ci sono programmi e prospettive diverse o iniziative degne di nota”.
Invece, l’indecisione dei Popolari?
“Credo che oggi ci sia una visione sbagliata. Oggi abbiamo un padrone che si chiama Matteo Renzi che sfrutta due vantaggi: la confusione della cosiddetta opposizione ed un accordo tra lui e Berlusconi al di là dal patto del Nazareno. Questo gli dà maggiore forza senza alternative. Quindi o si combatte Renzi o ci s’imbarca con lui ma se l’opposizione è quella di ora non ci sono speranze. A meno che, come un costume tipicamente italiano, non si trovino scheletri che lo discreditino. Una soluzione che è una malattia sconcertante e improduttiva”.
La nascente “Area popolare”?
“Una verso destra e l’altra verso sinistra. E’ la confusione a cui mi riferivo. Non si fa una somma di partecipanti con sigle diverse. Oggi manca il contenuto delle proposte e con chi si sta”.
Ritorniamo alle Comunali a Salerno, una possibile lista?
“Credo nella Carfagna”.
Si supererà lo scontro Carfagna – Cirielli?
“Non m’interessa lo scontro. Ripeto, un candidato giusto per il centrodestra credo possa essere Mara Carfagna”.
Ultima domanda: le sue vicende giudiziarie?
“Mi preoccupa l’attenzione mediatica che c’è sul processo. Anzi su Paolo Del Mese. Più che il processo Amato è il processo Del Mese. Ed è per questo che ho intenzione di fare una conferenza stampa a breve. Per ora preferisco non scendere nei particolari. Ho sempre mantenuto in comportamento serio e rispettoso. Io penso che alla fine ciò che prevalga sia la giustizia divina, nonché il grado di sopportazione, la forza ed il coraggio di affrontare queste battaglie”.