di Erika Noschese
Continua a sputare veleno sul Pd e sul Movimento 5 Stelle, chiedendo a gran voce la creazione di un’unica grande formazione riformista il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca che – ieri pomeriggio – a Palazzo di Città ha presentato il suo libro “La Democrazia al Bivio”. Quella di ieri è stata l’occasione, per il presidente di Palazzo Santa Lucia, di ribadire – al di là del risultato elettorale – la sconfitta politica dei pentastellati: “Già da tempo le cose erano state chiarite, non dovevamo aspettare il fenomeno delle amministrative, il problema è dove andare, come governare l’Italia perché non mi pare ci siano da altre parti grandi quantità di governo. Dobbiamo lavorare per creare un’unica grande formazione riformista, un grande partito democratico che sia in grado di rinnovare il proprio programma, il rapporto con i cittadini – ha dichiarato De Luca – Ci sono tematiche che il Pd continua a non affrontare come il tema della sicurezza che per me è decisivo ma vede la totale assenza; la sburocratizzazione dell’Italia dovrebbe essere uno degli obiettivi principali; un piano per il lavoro, per i giovani del sud e parlo di duecentomila giovani almeno; il tema della giustizia da affrontare in maniera concludente. C’è un rinnovamento di programma che deve essere conseguito e ancora non ci siamo e c’è una frantumazione di tanti partiti, sotto partiti, gruppi e sotto gruppi che servono a garantire la rielezione di dirigenti”. L’ex sindaco di Salerno ha però chiarito che la sua non vuole essere una candidatura a guidare, a livello nazionale, il partito democratico ma “sto cercando di offrire spunti di riflessione anche alle forze politiche e di lanciare un allarme: in queste condizioni non governiamo l’Italia e non creiamo nulla; dobbiamo garantire il lavoro e una società ambientalmente equilibrata e difendibile”. Tanti i temi affrontati nel suo libro, a partire dalla burocratizzazione: “La democrazia vive se ha legittimazione da parte dei cittadini e se produce risultati. La democrazia italiana rischia di non produrre né questo né quello, abbiamo un livello di burocratismo in questo Paese che è sconvolgente, una vera e propria palude burocratica che impedisce qualunque trasformazione urbana o investimento. È evidente che in queste condizioni noi non realizzeremo né il Pnrr né grandi programmi di investimenti per creare lavoro – ha infatti detto il governatore – Dobbiamo rinnovare le istituzioni, la democrazia deve essere adeguata ai tempi contemporanei, ai tempi dell’economia, non possiamo avere un sistema istituzionale che per decidere ci mette anni o una burocrazia che per rilasciare un parere ci mette dieci anni anche solo per il dragaggio del porto, un parco eolico, un qualunque intervento. C’è una situazione di crisi delle democrazie in generale e dell’Italia in modo particolare che vive con particolare pesantezza questi fenomeni di burocratizzazione e dobbiamo muoverci perché gli altri paesi non aspettano l’Italia”. Tra i tanti temi affrontati la necessità di decentrare: ““Faremo la nostra battaglia in compagnia o non in compagnia. E’ evidente che senza il consenso della Campania non vanno da nessuna parte. Questo lo sanno benissimo. Noi dobbiamo decentrare i poteri. Quello che e’ accaduto per la sanità è emblematico. Non lo hanno capito forse tutti, ma se non ci fossero state le regioni, saremmo andati al disastro con questo ministero che abbiamo avuto. Dobbiamo decentrare i pareri sul piano dell’ambiente, le opere pubbliche. Dobbiamo sburocratizzare e decentrare ma tenendo fermi alcuni punti: fondo di solidarietà per il Sud, il mondo della scuola deve avere una impostazione nazionale non regionale. C’è da discutere e anche da combattere”.