di Andrea Pellegrino
Minimizza e liquida tutti con la solita battuta. Ma Vincenzo De Luca arriva di corsa ed è scuro in volto. Aveva programmato la seconda conferenza stampa elettorale nella sua città. Appuntamento ore 9,30 alla Sala Pasolini. Questa volta, dopo la sanità, si presentavano i nuovi bus per la Costiera Amalfitana e i progetti e i finanziamenti per gli asili nido. Insomma, un nuovo spot delle cose fatte nel pieno della campagna elettorale che vede in campo il primogenito Piero De Luca. Ma a rovinargli la mattinata sono le notizie che in nottata e all’alba di ieri hanno interessato il secondogenito, Roberto, assessore al bilancio della giunta Napoli. «Non pensate a queste effervescenze», liquida i cronisti mentre il primo cittadino Enzo Napoli fa quadrato intorno al suo assessore di punta: «Ci metto due mani sul fuoco». Più tardi è sempre Vincenzo De Luca che parla di un attacco ad orologeria: «Così come fu alle elezioni regionali con la lista degli impresentabili», pubblicata dalla commissione parlamentare antimafia presieduta da Rosy Bindi. Durante la conferenza alla sala Pasolini arriva anche la notizia della perquisizione presso l’abitazione e lo studio professionale del figlio Roberto. Un «terremoto politico», a pochi giorni dall’apertura delle urne, che sconvolge tutta la politica campana ma che ha ripercussioni oltre che sulla famiglia De Luca anche sulla stessa amministrazione comunale. Fuori dalla sala non si parla d’altro, così come nei corridoi di Palazzo di Città. Maggioranza ed opposizione attendono notizie da Napoli. De Luca dopo la conferenza e dopo aver “benedetto” i nuovi autobus che serviranno per i collegamenti tra i comuni della Costiera Amalfitana, ritorna all’interno dell’ex cinema Diana, raggruppando i suoi più stretti collaboratori, alla presenza dell’avvocato penalista Cecchino Cacciatore. Ci sono anche il fedelissimo Felice Marotta e lo stesso primo cittadino Napoli. Un quarto d’ora, poi sale in macchina e va via. Nelle stanze del Comune si leggono i giornali e si attende la prima pubblicazione del video di Fanpage. Dante Santoro, consigliere comunale “giovani salernitani – Dema” è il primo a chiedere le dimissioni di Roberto De Luca: «Quanto emerge è preoccupante. E’ giusto che l’assessore faccia un passo indietro, in attesa di chiarire la propria posizione. E’ una richiesta che faccio prima da cittadino e poi da rappresentante istituzionale della città di Salerno». A seguire Roberto Celano, capogruppo di Forza Italia: «Innanzitutto sono fortemente garantista, sia quando ci sono vicende giudiziarie che riguardano la mia espressione politica e soprattutto quando coinvolgono avversari. E’ inopportuno, da evitare, l’informazione di garanzia in campana elettorale. E’ evidente che, e non me lo auspico, se dovesse esserci un video in cui Roberto stesso od in presenza di Roberto vengono chiesti dei soldi c’è un motivo di opportunità politica, che prescinde dalla vicenda giudiziaria, il quale impone le dimissioni visto che lui fa l’assessore al bilancio al Comune di Salerno. Allora, rimango garantista, considero Roberto De Luca innocente fino al terzo grado di giudizio. Ripeto però, per opportunità politica si deve dimettere se emerge dal video in modo incontestabile una richiesta di soldi e tangenti. Questa vicenda e l’informazione di garanzia non sarebbe dovuta arrivare in questo momento, spiego, a me piace vincere non per questioni giudiziarie ma per meriti politici».