di Marta Naddei
Nessuna parola sul caso decadenza. Vincenzo De Luca, contrariamente al suo modus operandi, sulla ordinanza della prima sezione civile del Tribunale di Salerno che lo ha dichiarato decaduto dalla carica di primo cittadino per la «sussistente causa di incompatibilità» tra le due cariche amministrative ricoperte, non ha proferito parola. Né all’inaugurazione dell’anno giudiziario a cui ha preso parte per parlare della Cittadella, né sui social network, che spesso sono vetrina delle sue esternazioni. Nella giornata di ieri solo uno scarno comunicato da parte dell’ufficio stampa del sindaco in cui è stata annunciata la notifica dell’appello avverso alla decisione del magistrato Giulia Carleo. Una mossa che sospende l’immediata esecutività delle disposizioni della magistratura, in base alle quali, comunque, per 24 ore Vincenzo De Luca non è stato sindaco di Salerno. Ora si dovrà attendere l’udienza in Appello anche se il sentore è che, dinanzi alla più volte acclarata incompatibilità tra la carica di primo cittadino e quella di sottosegretario di Stato del Ministero alle Infrastrutture e trasporti, si tratti di veloce mossa per restare in sella e provare a trascinare la vicenda fino al 24 febbraio, fatidica soglia per evitare le elezioni primaverili. E mentre De Luca tace, Stefano Caldoro, presidente della Regione, rincara la dose ribadendo ciò che avrebbe fatto lui se fosse stato al posto del suo ex avversario nella corsa a palazzo Santa Lucia: «Avrei deciso per tempo. Senza attendere». Il Governatore, poi, tiene a precisare anche che, per quanto attiene alle critiche mosse da De Luca alla scarsa attenzione del governo Caldoro a Salerno e provincia, «per questo territorio abbiamo messo in campo i fatti dalla difesa della costa, passando per l’aeroporto e anche sulla ferrovia di Salerno».