di Erika Noschese
«Il problema non è mio, io recupero la vita. Il problema è vostro, se vogliamo realizzare qualche opera». Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sfodera la sua arma migliore: il sarcasmo. Ospite dell’assemblea dell’Ance Aies Salerno, in occasione del decennale dell’associazione, commenta l’apertura del governo nazionale al terzo mandato. Con il suo consueto tono ironico, De Luca prende bonariamente in giro anche il vice ministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, originario di Siano. «Credo che sia una prova, ancora una volta, di intelligenza politica da parte della Meloni, per quello che riesco a percepire. La questione delle Regioni rischia di lacerare la coalizione di centrodestra, aprendo un conflitto anche duro tra la Lega e il resto della coalizione, e non sarebbe una cosa banale» ha dichiarato il governatore. «Dovendo governare l’Italia, probabilmente conviene eliminare conflitti marginali. Questo è quello che io capisco». Oggi De Luca appare particolarmente sereno e mantiene un atteggiamento morbido nei confronti del governo, che sembra aver cambiato idea rispetto a gennaio. «Forse a gennaio non c’era la percezione di quanto conflitto potesse generare la questione regionale, anche all’interno della maggioranza di governo. Se la Lega perde Veneto e Lombardia, perde la sua base sociale e non ha più senso di esistere. Quindi la Lega resisterà, farà le barricate con un argomento che ha una sua plausibilità. Quando c’era la Democrazia Cristiana, la maggioranza non pretendeva di estendere il proprio dominio a livello territoriale». «Berlusconi ha fatto la stessa cosa, lasciando margini di flessibilità, e credo che la Meloni abbia percepito il rischio di un conflitto interno» ha aggiunto l’ex sindaco di Salerno. «Se si vuole, tutto è possibile. Ora Maurizio (Leo, il vice ministro, ndr) non mi ascolterà, ma se il governo vuole, può farlo in 48 ore. Non credo che il Parlamento italiano abbia una forza frenante: se decidono, lo fanno domani mattina. Approvano la legge, mettono la fiducia ed è fatta. No, non ci sono problemi di tempo: in Italia non esistono più. La variabile dei tempi è come il diritto islamico: ognuno fa quel che vuole. Da questo punto di vista possiamo stare tranquilli: se si decide di andare avanti, si fa. Se non si decide, è peggio per l’Italia, perché avremo situazioni complesse». L’ex sindaco di Salerno parla di «razionalità politica» e ribadisce l’atto di «intelligenza politica» della Meloni. «A me pare che l’unico vero motivo sia quello: evitare elementi di disturbo alla maggioranza di governo e alla Presidenza del Consiglio con questioni che, tutto sommato, vengono considerate non decisive per l’Italia o comunque di carattere territoriale». De Luca, con il suo consueto tono ironico, si improvvisa esperto enogastronomico, ripercorrendo le origini del vice ministro Maurizio Leo, originario di Siano. «Le ciliegie sono rimaste straordinarie. Ogni tanto qualcuno me le fa assaggiare e hanno perfino il sapore autentico delle ciliegie». Poi aggiunge, con un pizzico di sarcasmo: «C’è anche un’altra cosa su cui i miei vecchi amici di partito mi prendono sempre in giro: mi promettono da anni le braciole di capra, ma in trent’anni non mi hanno mai fatto assaggiare un accidente». Infine, con elegante ironia, lancia una stoccata ai suoi «vecchi compagni di partito»: «Se ci sono ancora? Non lo so, ho perso le tracce. Alcuni sono morti, altri si sono dati alla macchia». De Luca ha poi riflettuto sulla stagione politica del’71-’72: «Cosa è rimasto? Molto poco, quasi nulla. Le grandi ideologie hanno avuto un vantaggio, ovviamente, ma oggi sono crollate tutte. Hanno avuto un effetto motivante sulle grandi masse, sulle giovani generazioni e nei conflitti ideologici; hanno anche esercitato un effetto disciplinante sulle masse. Pensate che, grazie alla spinta delle ideologie, si sono avviati grandi processi di decolonizzazione nel mondo. Milioni di esseri umani hanno creduto, in nome di un’ideologia, di destra o di sinistra, di poter legare la propria vita e la propria militanza a essa. Ma oggi tutto è scomparso: non esiste più una concezione del mondo, tutto è ridotto al mercato della politica. Questo, ovviamente, non offre alcuna motivazione ideale a un giovane impegnato in politica, e accade sia a destra che a sinistra». De Luca ha poi parlato del crollo delle ideologie, definendole una «barriera nella comprensione della realtà e dei suoi processi evolutivi». Nella politica, invece, ha acquisito valore la leadership, anche per colmare il vuoto ideologico. «Qual era l’elemento unificante per un movimento politico?» si è chiesto. Rivolgendosi al vice ministro, ha aggiunto con ironia: «Non ti prendere collera, ma attorno alla Meloni c’è arte povera, questa è la verità. Leo (il vice ministro, ndr) è la parte virtuosa, diciamo, di quel mondo, ma purtroppo non hai molta compagnia intorno, diciamo la verità. Però l’elemento di richiamo, di orientamento dell’elettorato, oggi è rappresentato, piaccia o meno, dai leader e dalle leadership». Il presidente di Palazzo Santa Lucia poi, parlando della politica in generale e dei suoi rappresentanti, non le manda a dire: «mi fanno una grande noia, mi fanno ammosciare».





