Una campagna elettorale all’insegna della concretezza e lontana da ogni polemica, con l’ambizione di contribuire alla costruzione di una prospettiva di medio periodo per la città di Salerno. Massimo De Fazio, in corsa sotto il simbolo di “Popolari e moderati”, ha fatto una scelta netta, all’indomani di una riflessione che lo ha portato ad abbandonare il centrodestra ed a sostenere la candidatura del primo cittadino Enzo Napoli. “C’è una lunga storia, familiare e personale, che mi lega a Salerno, anche sotto il profilo dell’impegno politico ed è proprio per non tradire il senso profondo di questo impegno che ho maturato una scelta che ha sorpreso qualcuno: dinanzi alla crisi del centrodestra salernitano, alla completa mancanza di proposta e visione, ho cercato uno spazio che mi consentisse di portare avanti una proposta costruttiva. Perché il senso vero del mio impegno è sempre stato quello di lavorare per la nostra comunità. Questa è la coerenza che rivendico con forza, non certo il restare acriticamente schierato su una posizione solo perché lì sventola una bandiera che, a prescindere dai contenuti, pretende di rappresentare una storia ed una tradizione politica”. Lei ha fatto una scelta precisa: poche proposte, ma ben articolate, su una rosa di temi ristretta. Una posizione originale in una compagna elettorale in cui, a tratti, sembra di assistere ad una gara a chi presenta la soluzione in grado di risolvere tutti i problemi della città. “Ho sempre pensato che essere “tuttologi” significhi, in realtà, comprendere ben poco dei tanti temi di cui si parla. Le proposte “impossibili” preferisco lasciarle ad altri, nessun volo pindarico da parte mia, piuttosto la scelta di mettere sul tavolo interventi mirati e, soprattutto, realizzabili, in grado di incidere realmente nella realtà cittadina. Questo nella consapevolezza che l’azione di governo dell’amministrazione Napoli in questi ultimi cinque anni non è stata esente da pecche e ritardi, dunque necessitava di essere rivista ed integrata. La disponibilità al dialogo costruttivo da parte di Enzo Napoli mi è parso un segnale importante, un’occasione da cogliere nel tentativo di costruire insieme una prospettiva credibile di medio periodo per Salerno. Che è quello che sto cercando di fare al meglio anche attraverso le proposte messe in campo in queste settimane. Tre, in particolare, sono i settori su cui si è concentrata la mia attenzione: sicurezza, riqualificazione urbana, sviluppo dei circuiti turistici culturali come voce forte dell’economia cittadina”. Partiamo dal primo punto “È di tutta evidenza che la sicurezza, declinata in diversi aspetti, resti il presupposto su cui fondare ogni ipotesi di sviluppo economico, oltre che adeguati livelli di vita per i cittadini. Di qui la proposta di una diversa articolazione della presenza della Polizia Municipale sul territorio cittadino, anche attraverso l’istituzione di presidi fissi nelle zone meno centrali, ad esempio nelle frazioni collinari; in un’azione coordinata con le altre forze dell’ordine. Il presupposto è, ovviamente, quello di un adeguamento di organici e dotazioni. Ma sicurezza significa anche verificare il rispetto di norme e regolamenti da parte degli operatori della movida, così da bilanciare esigenze ed interessi di operatori e residenti”. La riqualificazione urbana è un cavallo di battaglia delle amministrazioni che si sono susseguite in questi ultimi trent’anni, come si inserisce la sua proposta in questo contesto? “La mia idea è che l’attenzione debba ora spostarsi sul recupero del patrimonio edilizio ed architettonico esistente, piuttosto che sulle nuove costruzioni. Possiamo trasformare il centro storico in un grande cantiere d’avanguardia, impegnando professionalità di alto profilo e, perché no, costruendo un partenariato con l’Università. Le ricadute in termini di qualità della vita ed occupazioni sono evidenti, il tutto ottenuto senza consumo di suolo, uno dei grandi problemi con cui siamo chiamati a confrontarci”. Qualche esempio? “Una delle grandi sfide è il recupero delle ex carceri, per cui finalmente sono arrivate delle risorse, ma necessitano idee e progetti sostenibili. C’è poi il grande tema della rifunzionalizzazione degli spazi, ad iniziare da contenitori come il complesso di Santa Sofia per arrivare, uscendo dal centro storico, al vecchio tribunale e al forte La Carnale. Il primo potrebbe essere l’embrione di un museo civico, destinato ad esporre opere e documenti storici già in possesso del Comune, mentre il secondo potrebbe ospitare degnamente il Museo dello Sbarco e di Salerno capitale”. Sul fronte turismo? “Una città che nutre ambizioni in questo campo deve essere in grado di offrire servizi efficienti e, soprattutto, di rendere facilmente accessibili i suoi tesori. Per questo proposito abbiamo messo a punto l’ideala proposta del Sistema Museale Salernitano: una rete dei siti d’interesse storico/artistico/culturale gestiti direttamente dal Comune di Salerno. Bigliettazione unica, card promozionali, infopoint con materiale aggiornato e multilingue, iniziative promozionali integrate i primi passi da muovere per la costruzione della nuova città turistica”.
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