di Andrea Pellegrino
In Soprintendenza ormai non sanno più cosa fare. Ora che è arrivata la diffida del Comune, Miccio davvero si trova tra l’incudine ed il martello. Sul Crescent la soluzione pare abbastanza lontana. Non fosse altro che alla Soprintendenza sono quasi tutti inibiti. Ed ora anche Fausto Martino, l’unico superstite (che avrebbe potuto seguire la vicenda), non è gradito però all’amministrazione comunale. Questione di opportunità, o di incompatibilità, avrebbe scritto il vicesindaco Eva Avossa diffidando il Soprintendente ad affidare il caso Crescent all’ex assessore all’urbanistica del Comune di Salerno, ai tempi delle prime ere De Luca. D’altronde, a Palazzo di incompatibilità ne capiscono, non fosse altro che per superare quella tra sindaco e viceministro si sono rivolti quasi a tutti, eccezion fatta della Corte di giustizia Europea. E poi studi ed approfondimenti da parte della commissione di garanzia che si riuniva fino a poco tempo fa, settimanalmente, per dirimere la questione De Luca. Ma tornando a Martino, per l’amministrazione comunale, dunque, per Vincenzo De Luca, sarebbe incompatibile perché la sua posizione sul Crescent sarebbe già bella che chiara. L’ex assessore, in pratica, avrebbe già espresso (anche su queste colonne) il suo no alla costruzione, non senza ricostruire nel dettaglio cosa accadde all’atto del mancato esercizio del potere di annullamento (all’epoca di Zampino) da parte della Soprintendenza sul progetto Crescent, finito poi sotto la lente d’ingrandimento della Procura. E non solo. Se il problema sussiste è perché il Consiglio di Stato, accettando il ricorso di Italia Nostra e No Crescent, ha annullato tutte (cinque pagine in tutto) le autorizzazioni paesaggistiche, nota di Zampino compresa. Insomma se Miccio avesse pensato, per superare i suoi problemi, di scaricare tutto su Martino, oggi dovrà cambiare nuovamente strategia. O probabilmente passare al piano originario: bypassare la Soprintendenza di Salerno e trasmettere tutto al Ministero competente. Poi Roma deciderà. Ma la diffida non è passata inosservata a Roberto Celano, consigliere comunale d’opposizione (nuovo centro destra) che ha accusato l’amministrazione comunale. «Non c’è limite all’arroganza! Fausto Martino, sarebbe, a dire dell’Amministrazione, incompatibile perché avrebbe espresso contrarietà al megacondominio. Non si rammenta forse che anche la Direzione regionale del Ministero, in una nota, asserì che l’autorizzazione paesaggistica non fu annullata solo per il decorso del termine, lasciando, dunque, trasparire un giudizio fortemente negativo rispetto all’impatto ambientale dell’opera. Si tratta, dunque, di gravi interferenze nei “poteri” dello Stato. L’Ente controllato pretende addirittura di “scegliersi” i funzionari dell’Ente controllore nel vano tentativo di perseguire le proprie finalità. Si rammenta, tra l’altro, che sulla vicenda è in atto un’ispezione della Direzione Generale sul paesaggio del Ministero competente. Farebbe “comodo”, del resto, a tutte le Amministrazioni comunali potersi scegliere funzionari “graditi” degli Enti demandati a controllare la legittimità o il merito di atti amministrativi. De Luca e la sua amministrazione gradirebbero magari “affidare” le sorti del Crescent a qualche dipendente accondiscendente che possa metterci ancora lo “Zampino”».