D'Angelo: medici di base, c'è anche nepotismo - Le Cronache Ultimora
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D’Angelo: medici di base, c’è anche nepotismo

D’Angelo: medici di base, c’è anche nepotismo

Di Andrea Orza

L’Ordine dei Medici svolge un ruolo cruciale nel garantire la qualità dell’assistenza sanitaria e nel rappresentare le esigenze e le istanze dei professionisti del settore. Giovanni D’Angelo, Presidente dell’Ordine dei Medici, figura di riferimento per la comunità medica affronta oggi temi di grande attualità che riguardano il nostro sistema sanitario. Tra questi, lo sciopero dei medici e le sue motivazioni, lo stato della sanità a livello locale, con particolare attenzione alla situazione dei medici di base, e l’impatto della recente legge finanziaria sulle risorse destinate al settore sanitario.Questi argomenti sono di vitale importanza non solo per i medici, ma anche per i cittadini, in quanto il futuro della sanità pubblica e la sostenibilità del sistema dipendono in larga misura dalle decisioni politiche e dalle condizioni di lavoro dei professionisti. Sarà interessante ascoltare il punto di vista del Presidente su come affrontare queste sfide e su quali soluzioni potrebbero essere messe in campo per garantire un servizio sanitario efficiente, equo e accessibile a tutti.

Presidente ci offra una panoramica dettagliata sulla sanità locale.

“Non mi riferirei alla sanità locale piuttosto alla condizione sanitaria di tutto il Meridione. Viviamo problemi comuni nonostante ci siano zone nella nostra provincia dove i problemi sono più evidenti altre sono meno evidenti. La capillarità delle problematiche nel nostro settore va affrontata con minuzia. In particolare, oggi viene registrato un deficit perspicuo dell’assistenza sanitaria territoriale. Il mio è un ritornello barboso, ma sostengo ancora una volta la metafora della filiera invece del mosaico sanitario che parcellizza i settori medici secondo convenienza. Solo tramite una visione integrata si può instaurare un dialogo tra le parti in base ad interessi contingenti.”

Il problema cruciale?

“Se ci sono problemi nella sanità territoriale, inevitabilmente ne risentirà anche il settore ospedaliero. Il principio dell’assistenza sanitaria è sancito dal Presidente della Repubblica, in riferimento agli articoli della Costituzione, e non è un concetto astratto. Se tali articoli non fossero più adeguati alla realtà attuale, andrebbero riformulati. Un problema cruciale oggi riguarda la carenza di personale medico e infermieristico: i numeri sono insufficienti e non garantiscono un’assistenza dignitosa ai cittadini che si rivolgono alle strutture sanitarie. Anche nei centri convenzionati esiste un deficit, legato ai tetti di spesa, oltre i quali non possono garantire il pagamento delle prestazioni.”

Cosa può dirci dello sciopero? Come verranno organizzati i suoi colleghi?

“Lo sciopero è previsto per il 20 novembre, ma non è ancora chiaro quali sigle sindacali vi prenderanno parte. Sarebbe significativo che non solo il personale medico, ma anche i cittadini partecipassero alla protesta. Penso che questo sciopero sarà molto sentito e spero che questa volta si raggiunga una forte adesione.”

E la questione dei medici di base?

“Purtroppo, c’è una carenza di medici di base. Uno dei problemi è che durante la formazione ricevono un rimborso nettamente inferiore rispetto a quello di altre specializzazioni. Successivamente, alcuni riescono a sostituire i cosiddetti massimalisti, ereditando così la loro clientela, mentre altri non hanno lo stesso privilegio. Questo crea una sorta di nepotismo. Inoltre, ci sono differenze anche all’interno della medicina generale. Nelle aree dell’Agro Nocerino Sarnese, ad esempio, esiste una medicina generale più avanzata, con molte cooperative che dovrebbero essere sostituite dalle nuove strutture previste dalla Riforma, come gli ospedali di comunità, l’assistenza gestita da équipe, o modelli di supporto telematico. Tuttavia, per ora, questi restano solo progetti senza reali implementazioni.”

Alla luce della recente legge finanziaria, quali sono le principali criticità che vede rispetto al finanziamento del sistema sanitario?

“La legge finanziaria non sembra rispondere in modo adeguato alle sfide che il sistema sanitario si trova ad affrontare. Le mie perplessità riguardano anzitutto la mancanza di una visione strategica che sia sostenibile per un lungo periodo. Inoltre, i fondi stanziati risultano ancora inadeguati rispetto alle necessità reali almeno in termini di spesa per il personale. A questi si aggiungono le solite discrepanze tra il fabbisogno di ciascuna regione date le disuguaglianze territoriali.”