«Le norme dei Parchi Nazionali, ed in particolare quelle del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni sono troppo stringenti e dunque è necessario fare qualcosa». Parte da questo principio il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri che ieri è stato a Roscigno per partecipare ad un convegno nel quale il focus centrale era proprio un nuovo disegno legge, a sua firma, sulla realtà cilentana.
Il Cilento e gli Alburni, a onor del vero, sono territorio che il parlamentare azzurro conosce molto bene essendo le sue origini legate proprio a Roscigno. La proposta ha l’obiettivo di modificare la legge 394, quella cioè di istituzione dei Parchi, con l’aggiunta di alcune norme come, ad esempio, «Le popolazioni residenti hanno assoluto diritto di prelazione per le suddette attività, anche per quanto concerne prelievi ed abbattimenti di selvaggina; l’Ente parco comunica, preventivamente e perentoriamente, agli enti locali competenti le attività programmate; questi ultimi possono vantare diritto di prelazione attraverso proprio personale ed associazioni territoriali riconosciute, nel rispetto della normativa nazionale ed europea vigente» ed anche «Le attività cinofile e tradizionali con qualsiasi razza canina nel rispetto delle diversità bioculturali delle popolazioni locali non costituiscono nocumento della flora e della fauna selvatica e possono essere previste dal regolamento dell’Ente Parco».
La proposta è stata ovviamente accolta favorevolmente dai relatori presenti come il direttore generale della Banca Monte Pruno Michele Albanese, l’avvocato Marcello Feola, il vicesindaco di Magliano Vetere Carmine D’Alessandro ed ovviamente il primo cittadino di Roscigno Pino Palmieri. Tutti gli insigni amministratori sono stati concordi sulla presenza di una legge troppo stringente che si abbatte come una mannaia sulla popolazione e che di conseguenza obbliga i più giovani ad andare via. «Bisogna parlare con la popolazione, bisogna ascoltare le loro problematiche – aggiunge Gasparri – perché è così possiamo capire di cosa ci si davvero bisogno. Non possiamo parlare coi cinghiali o coi lupi, a cui a breve se le cose andranno ancora così dovremmo lasciare questi preziosi luoghi». Ci va giù duro Marcello Feola: «Quanti miliardi di lire e quanti milioni di euro sono stati spesi nell’area parco? Quante volte è stata fatta e rifatta una piazza? Qual è stata la ricaduta di quegli stanziamenti? Domande che purtroppo non possono trovare una risposta positiva».
Pino Palmieri, poi, da sempre combatte in prima linea per la difesa delle aree interne: «È una corsa contro il tempo – le sue parole – e altro non possiamo perderne altrimenti sarà la fine delle nostre aree interne». D’Alessandro, che da decenni è amministratore, sostiene in toto l’idea di Gasparri e dice lapidario: «Viviamo una serie di vincoli assurdi che non ci permettono più di vivere». Infine, il direttore Albanese racconta la sua idea imprenditoriale: «Investire qui non è stato facile – ragiona – ma ho dato lavoro a tanti giovani. Andare via, andare a studiare fuori, partire per conoscere e imparare, è importante ma lo è ancor di più tornare e restituire al territorio le esperienze». Del ddl, promette Gasparri, se ne riparlerà.