“Da noi nessun caso di Covid, solo qualche alunno influenzato” - Le Cronache
Attualità

“Da noi nessun caso di Covid, solo qualche alunno influenzato”

“Da noi nessun caso di Covid, solo qualche alunno influenzato”

di Monica De Santis

La riapertura delle scuole, com’era prevedibile, ha scatenato non poche preoccupazioni e non poche polemiche. Complice o colpevole il Covid – 19 che ci ha costretto a rimodulare il nostro stile di vita. Ed anche le scuole non sono state esentate da tutto ciò. Dopo mesi di didattica a distanza, i dirigenti scolastici hanno dovuto riorganizzare i loro istituti, per consentire il ritorno in classe alla maggior parte degli alunni. Un lavoro impegnativo, che prosegue ancora oggi, tra mille difficoltà e la burocrazia che di certo non facilita le cose. A sette giorni dal ritorno in classe (per buona parte degli studenti) abbiamo incontrato la dirigente scolastica di uno dei licei più frequentati di Salerno: il liceo Da Procida. Con la preside Annalaura Giannantonio, abbiamo voluto tracciare un primo bilancio della scuola 2.0, o forse è meglio dire della scuola al tempo del Covid… “Non è stato facile rivedere tutto l’assetto organizzativo della scuola. Abbiamo lavorato tutta l’estate. Con il responsabile alla sicurezza abbiamo effettuato, diversi sopralluoghi, in tutti e due i plessi del nostro istituto, per verificare gli spazi e capire in ogni classe quanti alunni potevano essere ospitati. Siamo riusciti a ripristinare le aule del terzo piano, che da anni erano dismesse, e le abbiamo destinate alle classi più numerose. Nel plesso della succursale, grazie anche agli interventi della Provincia, abbiamo abbattuto qualche muro e creato aule più grandi. Sono stati cambiati gli infissi così da permettere un ricambio d’aria continuo in tutti gli ambienti. Ci siamo affidati ad una ditta specializzata che ogni giorno si occupa della sanificazione dell’istituto. Per ogni plesso abbiamo realizzato due ingressi così da evitare assembramenti e ad ogni ingresso abbiamo messo un termoscanner per misurare la temperatura. Sempre ad ogni ingresso dei due plessi abbiamo adibito un aula covid dove, se mai dovesse verificarsi un sospetto caso covid, l’alunno aspetterà lì l’arrivo dei genitori. Ed ancora ad ogni piano abbiamo dotato i nostri collaboratori di termometri elettrici e di mascherine da dare agli alunni per consentirgli di cambiarla ogni tre o quattro ore. I bagni vengono puliti e disinfettati costantemente, così come la palestra e i laboratori. Insomma abbiamo cercato di seguire scrupolosamente tutte le linee guida dettate dal comitato scientifico nazionale” Ad oggi si è mai verificato un caso di un alunno con sospetto covid? “Ad oggi ci è capitato che qualche alunno, misurandosi la temperatura, questa risultava essere superiore ai 37,5. Quando è successo, così come da protocollo, abbiamo atteso qualche minuto, poi abbiamo misurato nuovamente la temperatura allo studente. In alcuni casi questa scendeva, segno che forse il ragazzo era arrivato a scuola correndo, forse era accaldato di suo e quindi gli si era alzata la temperatura. In altri casi, pochi per la verità, la temperatura, invece, è rimasta sopra i 37,5”. E cosa avete fatto? “Come da protocollo, abbiamo chiamato i genitori del ragazzo, i quali sono venuti a scuola a prenderlo e prontamente hanno avvisato il loro medico di base. Il quale sempre secondo le linee guida, ha avvisato l’Asl e di accordo tra le parti hanno stabilito i controlli da fare per capire se erano casi Covid oppure influenza” Alla fine erano? “Fortunatamente ad oggi, si è trattato di semplice influenza. Purtroppo devo dire, che questa è la stagione dell’influenza, quindi di casi del genere ne vedremo ancora. L’importante è non farsi prendere dal panico e soprattutto non spaventare i ragazzi. Dobbiamo ricordarci che questo è un periodo molto difficile anche per loro. All’improvviso si sono visti privare di tutte quelle libertà che prima avevano, di tutti quei contatti con amici, familiari e docenti che ora non possono più avere. Quindi, dobbiamo essere noi adulti a non aumentare le loro ansie e a rassicurarli. Io cerco di fare il possibile, ogni giorno giro per i corridoi della scuola per verificare se tutto è a norma. Parlo con i ragazzi, cerco di rassicurarli, qualcuno ogni tanto si lamenta della mascherina, ed ha ragione, ma poi capisce che la deve indossare per il suo bene”. Che tipo di didattica state effettuando? “Le prime classi sono tutte in presenza, le altre classi invece, stanno effettuando una didattica mista. Ovvero metà alunni in classe e l’altra metà in collegamento da casa. Alternandosi ogni settimana”. Quante sono le classi che effettuano la didattica in presenza? “Su 42 classi sono 13 quelle che abbiamo in presenza. Anche se speriamo di riuscire a riportare in presenza altre classi appena ci saranno consegnati i banchi monoposto”. Quando dovrebbero arrivare? “Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) il Comune ci comunicherà quando saranno consegnati, poi il tempo di sistemarli e di pulirli e quindi di rivedere gli spazi per le classi che stanno effettuando la didattica mista”. Sta avendo collaborazione da parte dei genitori? “Devo dire che i genitori dei ragazzi di prima sono molto collaborativi e disponibili. Qualche polemica c’è stata con qualche genitore delle classi intermedie, ma nulla di grave. Ripeto purtroppo c’è molta paura quindi è comprensibile che qualche genitore viva tutto questo con un bel po’ di ansia”. Durante le lezioni i suoi alunni devono indossare la mascherina? “Si, i ragazzi devono tenere sempre la mascherina. La possono togliere solo durante i 15 minuti di ricreazione, per consumare la loro merenda. Lo so non è facile da sopportare, ma devo dire che i ragazzi sono molto collaborativi, ascoltano, ci seguono ed hanno capito che tutto questo viene fatto per il loro bene”. In merito ai docenti “fragili”? “No, noi non abbiamo docenti fragili. Ho avuto due richieste, una da un collaboratore ed una da un amministrativo di “fragilità” ora attendo le certificazioni prima di prendere qualsiasi decisione. Ho ricevuto anche diverse richieste di genitori per alunni “fragili” ed anche in questo caso, stiamo aspettando la documentazione medica, prima di stabilire come comportarci al fine di garantire il diritto allo studio a questi ragazzi”