di Marta Naddei
Sono il bersaglio più facile. Per i passeggeri rappresentano gli unici interlocutori e spesso e volentieri sono anche vittime di aggressioni. I conducenti del Cstp prendono così carta e penna e scrivono direttamente all’utenza, anche alla luce dei recentissimi disagi e disservizi che si stanno verificando su alcune corse in seguito alla rimodulazione del servizio extraurbano che ha previsto cambi di orari, soppressioni di corse e addirittura di linee. Alla fine, chi fa i conti direttamente con i pendolari e gli studenti inferociti sono proprio gli autisti degli pullman stracolmi che, molto spesso, sono costretti a non consentire nemmeno la salita sui mezzi: tutto, indipendentemente dalla loro responsabilità. E molto spesso, anziché trovare nei passeggeri degli alleati, vi hanno trovato degli agguerritissimi nemici. «Ogni giorno tra mille difficoltà – scrivono nella missiva – facciamo in modo che possiate raggiungere il vostro posto di lavoro o la vostra scuola, che possiate andare a fare la spesa o semplicemente perdere un po’ di tempo nelle giornate che non passano mai». E’ dall’inizio del 2011 che i lavoratori del Cstp si trovano a dover fare i conti con una situazione societaria disastrosa, con l’azienda che è stata ad un passo dal fallimento, e al contempo con la comprensibile rabbia dell’utenza che ha pagato lo scotto di una politica fatta di tagli e ridimensionamenti del servizio sia urbano che provinciale. Una situazione che, però, probabilmente sfugge agli occhi meno attenti. «Sono ormai quattro lunghi anni – sottolineano gli autisti del Cstp – che subiamo, non senza difenderci, soprusi dalle istituzioni che sono i nostri “padroni”! Già, perché quello che purtroppo tanti, troppi, di voi ignorano è che il Cstp è un’azienda di trasporto pubblico i cui soci sono vari Comuni e la Provincia di Salerno». Dunque, spiegano, «non siamo noi autisti a decidere quanti euro destinare al trasporto; non siamo noi a decidere quali linee ristrutturare e quali eliminare; non siamo noi che decidiamo che non c’è l’autobus per fare la corsa ed a che ora farli partire». Per tutto questo tempo, gli stessi conducenti del Cstp hanno sperato di trovare proprio nell’utenza un supporto alla loro battaglia, ma le cose sono andate diversamente. «Avete visto noi autisti incatenarci in piazza Ferrovia e salire sull’impalcatura davanti a Palazzo Sant’Agostino – ricordano rimembrando due delle più emblematiche proteste messe in atto – Ci avete visto bloccare la città mettendo gli autobus di traverso e protestare sotto il Municipio e la nostra sede di Teatro Verdi. Ma niente ha scosso le vostre coscienze, credendo che lottassimo per il lavoro non capivate quanto avessimo a cuore anche voi». Poi, l’accorato appello: «E’ solo per voi, che viaggiate come sardine in una scatola, come gli immigrati sui barconi, che sapete aggredire l’autista sia verbalmente che fisicamente e non pensate che in fondo siamo in servizio solo per voi, voi che avete imparato a conoscerci e noi altrettanto. Voi che non pagate il biglietto perché tanto la verifica non c’è o perché il servizio è scadente. Voi che ancora oggi state subendo ulteriori mortificazioni e soprusi e continuate a prendervela con coloro che tra mille difficoltà permettono che tutto continui a girare». L’auspicio dei conducenti dell’azienda di trasporto pubblico è quello di lottare insieme all’utenza affinché il trasporto pubblico salernitano ritorni efficiente. «Non siamo eroi ma ci piacerebbe che d’ora in poi “voi” diventi “noi”».