di Michelangelo Russo
L’improvvida uscita del Ministro Crosetto sulla cospirazione di una parte della Magistratura finalizzata all’abbattimento del Governo è una battuta ad effetto, di pessimo gusto e di intrinseca comicità assoluta. Sembra uno di quegli espedienti buttati nel mezzo di una discussione tesa e difficile per distrarre l’attenzione, tipo “chi vuole un caffè?”. E in effetti, mentre il Governo sente sul collo il crescere del malumore dei sindacati e della gente comune di fronte alla drammatica perdita del potere d’acquisto delle classi lavoratrici e dei meno abbienti, nulla è più efficace che la ricerca del nemico esterno. Che spinge alla compattezza nazionale verso l’altro, il diverso che attenta addirittura alla sopravvivenza della Nazione. Netanyahu, in difficoltà per la sua politica miope di estrema destra e di tensione continua con Gaza, cercò già di trovare un nemico verso cui dirottare le colpe degli insuccessi economici e politici del Governo, accusando la Magistratura di essere sostanzialmente morbida verso i diritti dei palestinesi nei territori occupati. A stessa Magistratura israeliana, non sospettabile certo della presenza di cosiddette “toghe rosse”, è stata un baluardo nella difesa dei diritti civili anche di quei tanti cittadini israeliani di origine palestinese. Ma Netanyahu ha esasperato il confronto ai limiti estremi, fino a ipotizzare un meccanismo di immunità costituzionale per se stesso, accusato del volgarissimo delitto di corruzione. Una strategia apparentemente perdente, vista la reazione popolare durata mesi prima della guerra di adesso. Ma una mossa calcolata, per preparare quella successiva di eccitazione del fantasma del nemico esterno, per zittire ogni voce di dissenso. E così, un Governo assolutamente reazionario e di puro capitalismo estremo, può continuare una politica di espansione territoriale, di riarmo bellico e di privilegio della componente ultraortodossa del popolo ebraico (peraltro, gli ultraortodossi sono esentati dalla leva militare). Un sorta di dittatura, cioè, con l’alibi della urgenza permanente. Sebbene il Ministro Crosetto non abbia un ruolo internazionale dello stesso calibro di Netanyahu, ne condivide l’aspetto corpulento e l’altezza notevole.
Crosetto misura 1,96 metri e Netanyahu 1.84. Sono omoni grossi, e si capisce che credono, per doti somatiche ricevute, nella forza fisica come argomento di persuasione. E così Crosetto chiama adesso alla guerra contro il nemico. Per ora interno. La Magistratura di Sinistra (insomma, la famosa domanda, mentre si arrotano i coltelli al tavolo, “chi vuole un caffè?”). Dove ha visto di recente Crosetto complotti carbonari della Magistratura contro il Governo? Ne dia le prove, anziché lanciare slogan privi di senso. La chiamata alle armi del Ministro della Difesa ricalca, pari pari, la strategia del Primo Ministro Israeliano per distrarre la politica interna. Sta di fatto che anche in Italia il Governo è adesso in un momento serio di difficoltà, non apparso ancora in tutta la sua gravità. La tensione non è con l’opposizione parlamentare, superabile in aula con i dati numerici. Ma è con i Sindacati, molto più agguerriti e determinati rispetto ai senatori e deputati di minoranza. E un tallone di Achille per il Governo è la strana posizione assunta da Confindustria, che ha bocciato sul campo, rifiutando l’invito di Meloni alla riunione nel giorno dello sciopero generale, la politica del muro contro muro e della precettazione degli scioperi. Uno smacco per il Governo di Crosetto Ministro dei militari. In pratica, Confindustria ha chiamato al dialogo i Sindacati lasciando fuori il Governo, come partner non attendibile. Qualora Sindacati e Confindustria trovassero accordi accettabili, il ruolo di Meloni sarebbe gravemente sminuito di fronte al paese. Che farà allora Crosetto? Vista l’inutilità del nemico interno identificato con la Magistratura, si troverà un invasore a cui spezzare le reni, come disse Mussolini quando dichiarò guerra alla Grecia?