di Erika Noschese
C’è grande interesse da parte dell’amministrazione comunale di Salerno, guidata dal sindaco Vincenzo Napoli, per la riaccensione della Croce di San Liberatore, l’installazione luminosa eretta nel 1955 per devozione da un benefattore, Vincenzo Adinolfi, imprenditore del cinema a Salerno. Oggi, suo nipote, l’omonimo architetto guida un gruppo di persone per sollecitare le istituzioni ad illuminare la croce di notte, come da tradizione. Il comitato “Riaccendiamo la Croce di San Liberatore” porta avanti questa battaglia da ormai otto anni e oggi può vantare anche il sostegno delle amministrazioni comunali di Salerno, Vietri sul Mare e Cava de’ Tirreni. “Ricordo, da bambino, che la Croce di San Liberatore illuminava la collina, era un riferimento anche topografico nel senso che orientava lo sguardo in una zona che rappresentava anche la nostra città – ha dichiarato il sindaco Vincenzo Napoli – Da anni stiamo lavorando ad un’ipotesi di ripresa di questo simbolo che non è solamente religioso ma anche di identità per tutto il territorio del capoluogo di provincia e i comuni limitrofi”. Il primo cittadino ha ribadito che l’installazione luminosa “intercetta le prerogative di tre comuni: Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e Salerno e proprio dal nostro territorio la Croce si vede indistintamente”. L’installazione ricade su un territorio, di proprietà di Ferrovie dello Stato, favorevole al trekking e da lì si gode di una vista mozzafiato che affaccia sul golfo. “Esistono però delle problematiche nel merito: come è noto, infatti, la Croce di San Liberatore è installata su un territorio che appartiene a Ferrovie dello Stato, c’è un problema di stabilità dell’impianto e il gruppo ha più volte sollecitato l’attenzione su questa problematica”, ha spiegato ancora il sindaco Napoli che si è detto disponibile a lavorare con le amministrazioni dei comuni limitrofi per trovare una soluzione. Le spese di gestione – che non sarebbero eccessive secondo quanto calcolato dal primo cittadino di Vietri sul Mare, Giovanni De Simone – si aggirano attorno ai 15mila euro circa e proprio il sindaco di Cava de’ Tirreni, Vincenzo Servalli – proprio attraverso queste colonne – si è detto disponibile a collaborare. “Quantificheremo le spese di gestione e faremo anche noi la nostra parte, il collega De Simone può contare anche sul sostegno del Comune di Salerno”, ha poi detto il primo cittadino ribadendo la necessità di trovare una strategia per la messa in sicurezza dell’installazione luminosa. “Io resto a disposizione, dobbiamo capire fin dove possiamo arrivare e poi possiamo procedere”, ha infatti dichiarato ancora Napoli. La riaccensione della Croce di San Liberatore potrebbe essere l’occasione per sviluppare turismo religioso nei tre comuni e permettere a turisti, visitatori e fedeli di conoscere le bellezze del capoluogo di provincia, di Vietri sul Mare e della città metelliana: “Potrebbe essere l’occasione per riavvicinare un simbolo alle tre comunità, da ragazzo facevo delle lunghe escursioni sulla Croce di San Liberatore ed era molto suggestivo – ha detto ancora il sindaco – Il turismo religioso rappresenta una nuova spinta, un’occasione sicuramente imperdibile”. Ora, si attende il primo incontro che dovrebbe tenersi a breve tra De Simone, Servalli e Napoli per studiare le strategie da mettere in campo, a partire dalla messa in sicurezza dell’installazione luminosa, tenere accesa la croce e provvedere alla manutenzione ordinaria e straordinaria, senza aggravio per le casse comunali. Non si esclude poi un secondo incontro anche con alcuni membri del comitato e lo stesso architetto Adinolfi che, da anni, segue con attenzione la vicenda, in attesa di riportare agli antichi splendori la Croce, voluta e realizzata da suo nonno.