L’elezione dei due vice presidenti del Consorzio di Bonifica della Valle del Sarno provoca uno tsunami politico dalle conseguenze ancora tutte da verificare. Nell’ordine l’elezione di Gambardella e Senatore a vice del nuovo Presidente, D’Angelo, provoca la spaccatura della maggioranza dell’assemblea del Consorzio che era uscita vittoriosa dalle elezioni pochi mesi fa e scatena un rimpasto di giunta a Nocera Superiore. Mai una semplice elezione di un vice presidente ha scatenato una simile reazione. Ma perché tutto questo? Cosa si nasconde dietro il terremoto politico?
Secondo le solite voci bene informate, la questione è abbastanza complicata.
Per cercare di capire dobbiamo necessariamente fare un passo indietro di alcuni mesi. Alle elezioni consortili. La lista che vinse le elezioni per il rinnovo degli organi del Consorzio di Bonifica che era commissariato da tempo, aveva una maggioranza che di fatto faceva capo alla Coldiretti che in queste cose da sempre agisce come un corpo armato all’interno degli organismi nei quali è presente. Da sempre è stato pressocchè impossibile scalfire l’unità granitica della Coldiretti che all’epoca della Democrazia Cristiana esprimeva quasi sempre i ministri dell’Agricoltura e rappresentava la quasi totalità del mondo agricolo. Bene, la lista vince le elezioni e si designano contemporaneamente anche se in maniera ufficiosa gli organigrammi del nuovo management del Consorzio. Per un gesto di cortesia la maggioranza degli eletti elegge alla presidenza l’ingegnere D’Angelo, commissario uscente, nominato dal Governatore De Luca, e di chiara matrice Pd. L’assemblea sceglie poi di postecipare la elezione di due vice presidenti. E qui cominciano i retroscena.
Sempre i soliti bene informati raccontano, che all’insaputa di chi stava trattando e contro gli equilibri raggiunti fino a qualche settimana fa, alla Coldiretti sarebbe dovuto andare una delle due vicepresidenze in ossequio anche ad un principio non scritto, ma di fatto accettato da tutti, di una turnazione delle cariche compresa quella del presidente. Ma….e qui casca l’asino!!
Mentre gli eletti discutono e trovano un equilibrio, il Pd regionale, non appagato dall’aver ottenuto la presidenza, indica come uno dei due vicepresidenti un assessore di Nocera Superiore, Giuseppe Senatore, con la chiara e neanche smentita intenzione di dover favorire una richiesta dell’assessore regionale Corrado Matera, che avrebbe chiesto con forza l’elezione del suo protetto Senatore. L’assemblea del Consorzio reagisce. L’ultimatum del potere regionale non piace agli eletti che si ribellano nel segreto del voto. Su 25 votanti il vicepresidente Gambardella ottiene 17 voti, e il vicepresidente Senatore solo 13 voti appena uno in più del minimo previsto per essere eletto. Se ne avesse avuto 12 di voti sarebbe stato silurato. Politicamente però il siluro arriva lo stesso. L’indicazione dell’assemblea è chiara: “ti votiamo, ma non gradiamo l’imposizione”. E Il Pd regionale colleziona un’altra brutta figura. E Corrado Matera ancor di più sponsorizzando un nome non gradito ai colleghi della sua stessa assemblea.
Ma la storia non finisce qui.
Giuseppe Senatore è assessore all’archeologia e alla polizia municipale di Nocera Superiore. Dopo poche ore dalla sua elezione alla vice presidenza del Consorzio (di fatto sarà il numero tre perché l’altro vice presidente con quattro voti in più sarà il vero vicario) il sindaco di Nocera Superiore gli ritira immediatamente le deleghe avocando a se le competenze di Senatore. Altra brutta figura dato che il sindaco di Nocera Superiore si riconosce nel Pd. Ma il buon Giovanni Cuofano non può digerire che un suo assessore trami nell’ombra per ottenere un incarico senza che lui ne sappia nulla ufficialmente e oltretutto un incarico che potrebbe anche causare un conflitto d’interessi quanto meno nello scontro tra amministrato e amministratore.
E la storia non finisce ancora qui.
La forzatura di Matera, sempre secondo i bene informati, avrebbe causato anche la spaccatura della lista vincente del Consorzio che detiene la maggioranza dell’assemblea. Non si spiegherebbero diversamente i quattro voti di scarto tra Senatore e Gambardella entrambi espressione della lista vincente. Ora per il presidente D’Angelo le cose non si mettono bene. E neanche per il Pd.
La fronda interna non va sottovalutata. Già si parla di una parte dell’assemblea pronta a sbarcare su altri lidi complici le sirene dei partiti che esprimono il Governo a livello nazionale. Se così fosse Matera avrebbe reso un brutto servizio al Pd e al Governatore De Luca sponsorizzando un nome senza prima premurarsi di sapere se c’erano altri accordi in corso o altre vicende di cui tener conto. Insomma non sempre il potere e le imposizioni vincono. Alcune volte vincono nell’immediato ma sulla lunga distanza procurano crepe e terremoti che rischiano di far franare tutta l’impalcatura.
Per il momento Senatore perde l’assessorato, incassa un voto minoritario per la vicepresidenza, e la maggioranza dell’assemblea del Consorzio non appare più tanto granitica.
Non c’è che dire, chi ha gestito la vicenda in nome e per conto del Pd non ha reso un buon servizio al Governatore De Luca. Forse avrebbe fatto meglio a starsene a casa e a non favorire l’amico di Corrado Matera.