di Erika Noschese
Oggi il botox non è più un segreto da nascondere, ma uno strumento di medicina estetica largamente accettato e privo dello stigma che lo circondava in passato. Mentre la società si è liberata da pregiudizi, i trattamenti estetici sono diventati un argomento di cui celebrità e influencer parlano apertamente, contribuendo a una “normalizzazione” che ha effetti sia positivi che negativi.
Da un lato, la libertà di sottoporsi a interventi senza timore di giudizio ha aperto le porte a un maggior numero di persone. Dall’altro, questa crescente domanda ha creato un pericoloso mercato parallelo, dove “professionisti” non qualificati o persone prive di alcuna formazione si avventurano nel settore con rischi gravissimi per la salute. In un contesto in cui è sempre più facile accedere a trattamenti come il botox e il filler, ma aumenta anche il rischio di incappare in mani inesperte, è fondamentale fare chiarezza.
Per comprendere i pericoli che si celano dietro a una scelta superficiale, abbiamo intervistato il dottor Romualdo Crescenzo, coordinatore regionale SIME per la Campania, professore a contratto del “Master di II Livello in Medicina Estetica Università Federico II di Napoli” e consulente tecnico scientifico (CTS) della Commissione di Medicina Estetica dell’Ordine dei Medici di Napoli.
Quali sono le principali iniziative della SIME in Campania per educare sia i professionisti del settore che il pubblico sui trattamenti di medicina estetica, promuovendo un approccio etico e responsabile e combattendo il fenomeno dei professionisti non qualificati?
«Siccome non esiste una “specializzazione” in medicina estetica, la SIME, con i propri soci guidati dai coordinatori regionali, ha promosso negli anni l’istituzione di elenchi di medici esperti in medicina estetica presso gli ordini provinciali di diverse città. In Campania, da diversi anni, presso l’Ordine dei Medici di Napoli esiste una commissione specifica che, periodicamente, inserisce in questo elenco medici “adeguatamente formati” secondo requisiti richiesti dai vari ordini (per l’Ordine di Napoli, ad esempio, è necessario aver effettuato un percorso formativo quadriennale presso una scuola o aver conseguito un master di secondo livello biennale post-universitario). Gli altri ordini campani al momento sono in attesa di un’imminente direttiva dalla FNOMCEO Nazionale con requisiti condivisi, ricordando che l’obiettivo principe degli Ordini dei Medici è la salvaguardia della salute del cittadino».
I social media contribuiscono a un confronto costante e a una percezione di “difetto”. Avete notato differenze nel modo in cui l’uso dei social media influenzi la richiesta di trattamenti tra i pazienti della provincia di Salerno rispetto al resto della Campania?
«Non ci sono grosse differenze tra le varie città della Campania circa l’uso dei social media e la percezione degli eventuali difetti da correggere. Ma ricordo che la medicina estetica è innanzitutto una medicina preventiva, curativa, di mantenimento di “una buona condizione” e, solo alla fine e in alcuni casi, “correttiva”».
Considerando che la Campania ha diverse zone turistiche importanti, come la Costiera Amalfitana, avete notato una correlazione tra i periodi di alta stagione turistica e un aumento nella richiesta di trattamenti estetici nella provincia di Salerno?
«In realtà le visite di medicina estetica e le eventuali terapie correlate (il termine “trattamento estetico” è improprio, come detto in precedenza) non subiscono variazioni in base ai periodi dell’anno. Considerando che molte terapie (laser, peelings, ecc.) sono sconsigliate nei periodi in cui la successiva esposizione solare è controindicata, addirittura è possibile dire che il periodo estivo e i luoghi turistici particolarmente “fotoesposti” come quelli della provincia di Salerno riducono il numero e la frequenza delle terapie consigliabili».
Esistono dati o percezioni che indichino particolari “casi limite” o trattamenti mal eseguiti nella provincia di Salerno? Se sì, quali sono le principali cause che portano a queste situazioni e quali azioni concrete sta mettendo in atto la SIME per tutelare i pazienti locali?
«Non esistono differenze tra le diverse province campane e del Sud in generale. Piuttosto, la presenza di “maltrattamenti” è diffusamente percepita quando ci si affida a medici non adeguatamente formati o, addirittura, a personale non medico, consapevolmente o inconsapevolmente, che commette anche il reato di abuso di professione».
Recentemente si è registrato un grave caso di intossicazione da botulino in Calabria che ha coinvolto un cittadino della provincia di Napoli. Sebbene si tratti di botulino alimentare, questo evento potrebbe generare allarme e confusione con la tossina botulinica utilizzata in medicina estetica. La SIME ha in atto protocolli o campagne informative specifiche in Campania e, in particolare, nella provincia di Salerno per distinguere chiaramente le due forme di botulino e rassicurare i pazienti sulla sicurezza dei trattamenti medici?
«Da qualche mese, con cadenza bisettimanale, la SIME, sui propri social media, sta pubblicando una campagna di comunicazione per il pubblico, coinvolgendo i propri soci con dei video informativi sul mondo della medicina estetica; diversi sono i video già pubblicati sull’uso e sulle caratteristiche della tossina botulinica. Come diceva lei, esiste una fondamentale e importante differenza tra la tossina botulinica alimentare, che può produrre il botulismo come nei casi di cronaca recente, e la tossina botulinica iniettiva che è un farmaco, usato in varie patologie neurologiche oltre che in ambito medico estetico».
La superficialità di eventuali estetisti che azzardano la pratica dell’iniezione del botulino all’interno di studi non adeguatamente attrezzati può portare a conseguenze inaspettate.
«Assolutamente sì. L’Ordine dei Medici mette a disposizione dell’utenza un elenco di persone che, secondo la richiesta di requisiti dell’ordine stesso, siano qualificate a tal punto da aver fatto una formazione idonea per l’inserimento in questi elenchi. Parliamo di persone formate che hanno fatto una scuola di formazione specifica. Già questa può essere un’indicazione da dare al pubblico per dire che non bisogna informarsi tramite i social media, ma tramite fonti accreditate. Sui social media troviamo tanti prima e dopo spiattellati come se fossero acconciature ai capelli, trucchi o tatuaggi, che nulla hanno a che vedere con una visita medica. Non ho mai visto sui social un prima e dopo di un cardiologo o di un ortopedico in post-operatorio. La SIME, in questo senso, si sta muovendo sui social per dare informazioni corrette e la giusta percezione all’utenza. Per quanto riguarda il botulino, la stragrande maggioranza delle complicanze è data da iniezioni di acido ialuronico e non da botulino. Soprattutto trattamenti labbra e rinofiller. La tossina botulinica, in realtà, è tra le sostanze in medicina estetica, sia per il medico sia per il paziente, che quasi non ha effetti collaterali. Si tratta di un neuromodulatore con azione miorilassante, e in caso di ptosi palpebrale, unico reale effetto collaterale che potrebbe verificarsi, c’è una reversibilità stimata in un massimo di 45 giorni. L’acido ialuronico, invece, produce pressione vascolare, per dirne una».





