«Il Ministero dell’Ambiente ha aperto un fascicolo sul caso Crescent, inviando gli atti alla Divisione dissesto idrogeologico». L’annuncio è di Italia Nostra, proprio nei giorni in cui a Salerno e nei comuni limitrofi si commemora l’alluvione dell’ottobre ’54. Al centro dell’esposto presentato al Ministro Costa, il torrente Fusandola, la sua deviazione e l’edificazione dell’edificio privato del Crescent. Tra l’altro, proprio Sergio Costa era stato invitato da Italia Nostra a Salerno in occasione dell’anniversario dell’alluvione. Invito che non ha avuto seguito per «per pregressi impegni» ma, annuncia Raffaella Di Leo, «ha promesso di essere quanto prima presente a Salerno».
Il dossier riguarda la edificazione dell’edificio privato Crescent nell’area di Santa Teresa del Comune di Salerno e gli atti sono all’esame del Ministero dell’Ambiente – Divisione dissesto idrogeologico. «Una parte dell’edificio Crescent non ancora realizzato – spiegano gli attivisti di Italia Nostra – adiacente alla porzione pubblica oggetto di crollo della piazza in corso di messa in sicurezza, dovrebbe essere costruito proprio sull’alveo originario del torrrente Fusandola. E’ evidente che una siffatta edificazione non è consentita né dalla legge, né dai provvedimenti ministeriali di vincolo, né dalle più elementari regole di buon senso». Il Ministero è stato informato anche della circostanza che oltre la metà del comparto edificatorio non è stata sdemanializzata, per un volume di oltre 20 mila metri quadri. «In sostanza – proseguono –si è verificata una vera usurpazione del demanio marittimo lì dove la superficie necessaria del comparto, pari a circa 45.000 mq, non è stata totalmente sdemanializzata (ad oggi poco più della metà –circa 26.000 mq- risulta sdemanializzata). I beni pubblici della collettività salernitana pertanto non hanno mai perduto le caratteristiche del Demanio marittimo (nonché idrico) e, quindi, la spiaggia ed il mare, nonché lo stesso alveo del torrente Fusandola, non potevano e non possono essere oggetto di edificazione, né costituire oggetto di diritti a favore di terzi».
«Inoltre, l’area di Santa Teresa – concludono – è riconosciuta di interesse nazionale circa gli interessi della sicurezza dello Stato e della navigazione marittima, con apposito decreto ministeriale del 1998. E’ stato chiesto un intervento ancora una volta per avviare il processo penale sul Crescent per danni ambientali. Infatti, il processo penale di cui si attende la sentenza del Tribunale penale di Salerno, non ha riguardato i reati ambientali che peraltro non sono soggetti ad alcuna prescrizione».