di Andrea Pellegrino
Se da un lato la Crescent srl attende il via libera per la riapertura del cantiere di Santa Teresa, dall’altro prosegue la sua battaglia giudiziaria. Sostanzialmente la società di Rainone starebbe giocando su più tavoli. Se da una parte s’appella alla nuova procedura urbanistica (che prevede il pagamento degli oneri di urbanizzazione, la stipula di una fideiussore ed il rilascio dei permessi da parte del Comune), dall’altra cerca di recuperare quella vecchia. Così al Tribunale di Salerno avanza l’istanza di dissequestro secondo quanto richiesto dai giudici nel mentre al Tar s’oppone all’annullamento dei precedenti permessi di costruzione. Ossia quelli che il Comune aveva annullato, dopo la pronuncia di Riesame di Salerno che con ordinanza depositata lo scorso 21 ottobre scriveva testualmente: «i lavori non sarebbero assentiti da validi permessi di costruire in quanto anche quelli del 2015, come quelli del 2011 e del 2012, devono ritenersi illegittimi e illeciti». Si tratta, in particolare di quelli rilasciati il 14 maggio scorso, in variante dopo le prescrizioni imposte dalla soprintendenza di Salerno, che aveva abbassato la quota della mezza luna ed eliminato tutti gli edifici pubblici, compresa la torre dell’Autorità Portuale di Salerno. Il 23 febbraio la prima sezione del Tar si esprimerà sul ricorso, in sede cautelare, per poi fissare il merito successivamente. E la decisione del Tribunale amministrativo di Salerno potrebbe, paradossalmente, riaprire nuovamente tutti i giochi. Tra l’altro, sempre al Tar pende ancora un giudizio relativo al primo settore del Crescent, il cui permesso è stato sospeso, con tanto di conferma, in sede cautelare, da parte del Consiglio di Stato. Il tutto mentre in Cassazione pende anche il ricorso dei pubblici ministeri contro la pronuncia del Riesame rispetto alla richiesta di dissequestro dell’opera Crescent avanzata dalla società aggiudicataria dei diritti edificatori della mezzaluna di Bofill. Senza escludere, ancora, l’opposizione di Italia Nostra e No Crescent che hanno prodotto un nuovo esposto/diffida indirizzato ai vertici comunali e allo stesso governatore della Campania Vincenzo De Luca, oltre che al procuratore della Repubblica Corrado Lembo. Questioni di procedure, in pratica, alla base dei contenziosi e soprattutto del caos generato sul comparto di Santa Teresa. Le stesse procedure impugnate dai costruttori, oltre che dai comitati che si battono contro la realizzazione dell’edificio di Bofill. Al centro, in sostanza, la nuova veste urbanistica prodotta dal Comune all’indomani della nuova autorizzazione paesaggistica firmata dall’allora soprintendente Gennaro Miccio. Variante che nonostante sia sostanziale, non è mai passata al vaglio del Consiglio comunale ma che si regge su una approvazione in giunta. Un atto, che in ultimo, secondo Italia Nostra e No Crescent ha anche «delegittimato il bando per la vendita dei diritti edificatori».