di Andrea Pellegrino
Oggi il Tribunale dovrebbe decidere il destino del Crescent. Il prosieguo della mezza luna di Bofill oppure il suo stop sarà stabilito dal tribunale del Riesame che si esprimerà sul ricorso presentato dai legali della società (la Crescent srl dei fratelli Rainone) che sta realizzando parte dell’edificio privato. Gli scenari sono, naturalmente, due ma le conseguenze all’orizzonte sono molteplici per il comparto di Santa Teresa. Alla base, in entrambi in casi, per il suo completamento definitivo mancherebbe la volontà della Sist, ossia la società che fa riferimento all’ex Jolly Hotel, proprietaria di un settore del Crescent mai iniziato. La stessa Sist non si è mai appellata per un dissequestro dell’opera. Quindi già questa potrebbe essere la prima causa ostativa per il completamento dell’edificio di Bofill. Tra l’altro tra la Crescent srl e la Sist ci sarebbe anche un problema in più, determinato da una differenza di trattamento prevista dai contratti di compravendita stipulati dal Comune di Salerno con entrambi i privati. Come evidenzia il sito L’Altra Guancia, infatti: «Se il Crescent Salerno non fosse sotto sequestro, nel cantiere ci sarebbe chi costruisce più appartamenti – la Crescent srl – e chi più negozi e uffici – la Sist –, qualora ovviamente la società proprietaria dell’ex Jolly Hotel decidesse di farlo». Per la Crescent srl, proprietaria e costruttrice dei settori numeri 1, 2, 3, 4 e 5, infatti, la percentuale destinata alla realizzazione di residenze abitative è del 70 per cento. Nel restante 30% sono previsti uffici e negozi. Per la Sist, invece, le percentuali sono ribaltate: 70% a destinazione produttiva/servizi e 30% a destinazione residenziale. Questo insomma il primo scenario se il Crescent non fosse più sotto sequestro. Sempre che il cantiere sia completamente operativo. Oltre al dissequestro, infatti, sul Crescent pendono anche contenziosi amministrativi. Come ad esempio, quello predisposto dall’Autorità Portuale di Salerno contro il nuovo Pua di Santa Teresa, nato all’indomani della nuova autorizzazione paesaggistica firmata dalla Soprintendenza di Salerno, dopo l’annullamento delle precedenti concessioni ad opera del Consiglio di Stato. Ed in aula al Tar non si andrà prima di dodici mesi, con l’Autorità Portuale di Salerno pronta a chiedere i danni per la mancata realizzazione della nuova sede all’interno della (tagliata) Torre del Crescent. Ma al di là di tutto, la variante al Pua di Santa Teresa, nato dalle modifiche della Soprintendenza che prevede anche un abbassamento di circa 33 centimetri dell’altezza della mezza luna, pare che non si sia ancora perfezionata con l’approvazione in aula consiliare. Bensì la variante sarebbe passata, al momento, solo al vaglio della giunta comunale. Ma se il Riesame dovesse sostanzialmente togliere i sigilli cambierebbe inesorabilmente anche il corso del processo che vede tra gli imputati l’attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca, oltre che una folta schiera di attuali consiglieri regionali, ex ed attuali assessori, tecnici ed imprenditori ed ex vertici della Soprintendenza di Salerno. Il sequestro del Crescent poggerebbe sull’ipotesi di reato di lottizzazione abusiva. Se il Tribunale dovesse respingere la richiesta di dissequestro, allora per l’opera bisognerà attendere – con molta probabilità – la fine del processo con l’accertamento, dunque, di eventuali responsabilità a carico di amministratori, tecnici ed imprenditori. Fino ad allora il cantiere resterebbe chiuso.