di Andrea Pellegrino
Il nuovo parere comunale paesaggistico per il Crescent c’è. La commissione locale per il paesaggio – riunitasi martedì – ha elaborato la nuova autorizzazione, dopo l’annullamento del precedente atto disposto dal Consiglio di Stato. Un parere integrato, a quanto pare, dalla simulazione dell’opera completa. Insomma, sarà mostrato alla Soprintendenza come realmente verrà la mezza luna di Ricardo Bofill. Ed ora, tempi burocratici permettendo, entro pochi giorni il nuovo atto prodotto dalla commissione per il paesaggio approderà alla Soprintendenza di Salerno. Dalla registrazione presso l’ufficio protocollo, il soprintendente Miccio avrà quarantacinque giorni per esprimersi ed autorizzare o meno l’opera, o ancora avanzare delle prescrizioni. Dunque, il destino dell’edificio privato di Santa Teresa sarà solo e soltanto nelle mani di Gennaro Miccio che più volte, negli ultimi mesi, ha cercato di divincolarsi, appellandosi ad enti sovracomunali. Al centro della non facile decisione di Miccio, al di là del parere scontato della commissione comunale per il paesaggio, ci sono le indicazioni del Consiglio di Stato e le anomalie riscontrate dalla Procura di Salerno che, ricordiamo, tiene ancora sotto sequestro il cantiere mentre l’inchiesta penale prosegue e si arricchisce di nuovi particolari. Lo stesso Miccio sarebbe stato ascoltato come persona informata sui fatti dai pm Guglielmo Valenti e Rocco Alfano, titolari dell’inchiesta. In Soprintendenza, dunque, non si respirerebbe aria di serenità. Anzi tutt’altro. Non fosse altro che il dirigente, l’architetto Giovanni Villani, dovrebbe tirarsi fuori dalla mischia, perché indagato mentre sull’architetto Fausto Martino pende la diffida giunta direttamente dal Comune di Salerno. A Miccio, ormai uomo solitario sull’argomento, non resterebbe che scegliere il male minore. Il tutto, naturalmente, sotto l’occhio vigile ed attento dell’associazione Italia Nostra e del comitato No Crescent che da tempo richiedono l’abbattimento totale della mezza luna di Bofill.