Crac Ipervigile, prescritti alcuni reati - Le Cronache Provincia
Provincia Nocera Inferiore

Crac Ipervigile, prescritti alcuni reati

Crac Ipervigile, prescritti alcuni reati

Nocera Inferiore. Reati prescritti, resta in piedi la bancarotta documentale e fraudolenta per il crac milionario dell’Ipervigile e della Bsk: fine dell’istruttoria e requisitoria fissata per gennaio che toccherà al titolare del fascicolo di inchiesta, oggi facente funzione a Nocera, Roberto Lenza. Altri capi di imputazione come la violenza privata, frode all’Inps e detenzione di banconote contraffatte sono stati prescritti e non più contestabili. Il processo dopo 9 anni volge quindi al termine essendo iniziato nel settembre del 2016 con indagini partite molto prima su segnalazione di Bankitalia. Imputati principali l’ex titolare il 66enne Fernando De Santis con la moglie e una dipendente. Molte posizioni con il passare del tempo sono state stralciate. Nell’indagine dei finanzieri coordinati dalla Procura nocerina erano finite diverse società tra cui proprio la Ipervigile Srl e la Bsk Service che raggruppava altre aziende satellite. Nelle aule di tribunale a Nocera Inferiore sono sempre presenti le parti in causa, costituitisi nel processo, con i rappresentanti dei lavoratori e i sindacati che hanno sostenuto i circa 257 ex dipendenti che attendono il denaro. I soli coniugi De Santis erano finiti a processo anche per la bancarotta o reati finanziari realtivi alla Bsk Service mentre sono stati prescritti altri reati contestati come violenza privata nei confronti di tre dipendenti inducendoli ad assumere ed a mantenere contro la loro volontà cariche societarie in un’altra società e per aver truffato l’Inps intascando circa 58mila euro per l’assunzione di una ventina di dipendenti da un’altra azienda del gruppo che, secondo la pubblica accusa, sarebbero stati messi pretestuosamente in mobilità. Con la Bsk service ancora la stessa azione delittuosa per altri dipendenti e per altri ancora l’anno successivo. Stesso copione per la pubblica accusa contro ulteriori quattro dipendenti de La Vigile. Fernando De Santis doveva rispondere anche della detenzione di banconote contraffatte ma anche questo reato non è contestabile. Tra le tante vicissitudini di uno dei più importanti gruppi della vigilanza privata in Italia non era ipotizzabile che si arrivasse perfino a sostituire i soldi “buoni” con banconote false per farsele rimborsare dalla Banca d’Italia. Le fiamme gialle avevano ricostruito la tumultuosa vita di 21 società, tutte amministrate formalmente da prestanome riconducibili ai De Santis. Ora la fine dell’istruttoria e l’attesa requisitoria davanti al collegio di giudizi presieduto da Federico Noschese (subentrato ad Apicella).