di Andrea Pellegrino
«Non sono nella tana del lupo. Anzi credo che da Salerno e dalla sua provincia giungerà un contributo importante per la mia vittoria alle primarie e poi alle elezioni». Andrea Cozzolino apre la sua sede a Salerno. Proprio nel regno di Vincenzo De Luca. E da qui lancia la sua sfida a Stefano Caldoro, certo che l’11 gennaio (se primarie ci saranno) avrà il consenso del Pd. Poi, dice: «Con gli altri competitors (De Luca e Saggese) saremo impegnati nel comporre la coalizione e pronti alla battaglia finale». Di De Luca non ha preoccupazione: «Lui paga l’abbandono, cinque anni fa, dell’opposizione in aula regionale. Questo è stato il suo errore politico più grave. Se fosse rimasto in Regione avrebbe raggiunto due risultati: una opposizione più dura verso Caldoro e la candidatura naturale alla guida di Palazzo Santa Lucia. Così non è stato, dunque si va avanti». Cozzolino, infatti, non nasconde che in cinque anni il Pd è stato «morbido o completamente assente su temi importanti». Questo anche per colpa di De Luca che all’atto della sconfitta ha preferito fare altro. E l’eurodeputato avverte: «Sarò vigile su questo territorio. Anzi l’11 gennaio, difenderò il diritto di tutti i cittadini di espressione del loro voto libero. Sono primarie libere e tutti possono esprimere la loro preferenza. Anche Caldoro se volesse potrebbe recarsi alle urne domenica 11 gennaio». Ma la vera battaglia saranno le elezioni di marzo: «Con Caldoro c’è una discussione leale e rispettosa – dice Cozzolino – ma il Governatore sa che sto lavorando per sconfiggerlo a marzo. Non c’è bisogno di superare le Regioni, così come auspicato dal Presidente della Regione, bensì c’è bisogno di superare Caldoro». Poi il programma. Un patto con gli imprenditori edili e l’altro con i giovani per il lavoro. «La mia intenzione è presentare una legge urbanistica snella e con pochi articoli. Con un assunto – dice Cozzolino – qui non si può costruire». Ed a proposito di costruzioni, sul Crescent dice: «E’ un’opera privata verso la quale il Comune non ha mantenuto un ruolo equidistante». Infine sul lavoro: «I giovani dovranno fare esperienza all’estero, con una sorta di Erasmus nelle pubbliche amministrazioni, ma poi dovranno lavorare qui e mettere a disposizione ciò che hanno imparato. La macchina burocratica regionale, che io conosco bene, è ormai obsoleta, per questioni anagrafiche. C’è bisogno di un ricambio e c’è bisogno di far diventare questa regione, la prima in Italia in termini di efficienza». Ultima battuta sulle primarie: «Si faranno. Anzi invito i dirigenti nazionali tutti ad essere qui l’11 gennaio».