di Andrea Pellegrino
E’ stato presentato ieri mattina al Tribunale di Napoli il ricorso – ma non l’istanza cautelare che sarà depositata questa mattina – contro la sospensione di Vincenzo De Luca dalla carica di presidente della Regione Campania, il cui provvedimento è stato firmato venerdì sera dal premier Matteo Renzi. A darne comunicazione il deputato salernitano Fulvio Bonavitacola che, di fatto, in questa fase sta già supplendo in tutto e per tutto Vincenzo De Luca, ormai fuori dai riflettori da più di due giorni. Resta sempre più probabile l’impegno del deputato democrat – fedelissimo dell’ex sindaco – come possibile vicepresidente della giunta regionale della Campania. Ed ora s’attende la fissazione dell’udienza che sancirà il destino di Vincenzo De Luca e quindi della Regione Campania. I legali del governatore sospeso sperano che la vicenda si risolva, nel solco del giudizio favorevole espresso per de Magistris, prima del 12 luglio, ultima data utile per la prima convocazione del consiglio regionale. Seppur, secondo prime indiscrezioni, circolerebbe già una prima data: quella del 9 luglio, emersa durante il vertice Pd di ieri mattina, alla presenza del segretario regionale Assunta Tartaglione, nel corso del quale il Partito democratico campano ha fatto quadrato intorno al consigliere anziano Rosetta D’Amelio, promotrice della convocazione e della sconvocazione della seduta in programma per ieri mattina e rinviata alla luce della sospensione per effetto della legge Severino di Vincenzo De Luca. «Ho spostato la convocazione – ha detto D’Amelio – perché era mio dovere; mi fa piacere che il gruppo del Pd abbia condiviso un percorso che ho fatto in solitudine e con senso di responsabilità di chi ritiene che la Regione Campania stia vivendo un momento di difficoltà. Abbiamo il dovere di dare in tempi brevi a questa Regione il sul governo. Quando ho ricevuto la comunicazione della prefettura sulla sospensione di De Luca – ha raccontato D’Amelio – ho riflettuto a lungo, non ci ho dormito la notte, ma poi c’era il punto all’ordine del giorno sulle comunicazioni del presidente e quindi ho dovuto rinviare il Consiglio regionale». Ipotesi 9 luglio, quindi, al vaglio della D’Amelio e del gruppo di maggioranza consiliare. Da valutare è l’iscrizione all’ordine del giorno delle linee programmatiche del presidente. Ma tutto dipenderà da quando il tribunale fisserà l’udienza. Ad adiuvandum hanno già comunicato la loro costituzione i socialisti alleati di Vincenzo De Luca. «Noi socialisti – afferma il deputato Marco Di Lello – stiamo valutando di costituirci in giudizio ad adiuvandum per sostenere la tesi che non si può tornare al voto dopo quattro settimane. Devo dire che questa ‘ammuina’ delle opposizioni conferma la loro inadeguatezza a governare una grande Regione come la Campania e francamente non fa fare bella figura né a loro né alla Regione». «Alle primarie i cittadini hanno votato conoscendo la situazione di De Luca, alle Regionali lo hanno scelto conoscendo la sua situazione – prosegue – e Renzi non poteva far altro che rispettare la legge. Adesso la parola spetta alla magistratura. Il modo in cui ci siamo comportati, e vale per me, per il centrosinistra tutto e per Renzi, è dovuto alla scelta di rispettare la volontà popolare – sottolinea Di Lello – Il risultato è questo stallo che non fa bene alle istituzioni e alla politica. Spero che il Tribunale decida in tempi rapidissimi in modo da consentire alla Campania di funzionare al meglio».