di Arturo Calabrese
Continua incessante l’opera di difesa della cultura meridionale e cilentana da parte dell’editore Giuseppe Galzerano. L’ultima fatica, in mero ordine cronologico, riguarda la riedizione di un importante scritto di Matteo Mazziotti, politico del Regno d’Italia. Si tratta del volume dal titolo “Costabile Carducci e i moti del Cilento nel 1848”. Più volte deputato, eletto nei collegi cilentani, nel 1909 è nominato senatore. Tra il finire dell’800 e l’inizio del ‘900, Mazziotti si dedica allo studio degli antenati e al processo risorgimentale del Cilento. Studi che lo portano, a partire dal 1904, a pubblicare una serie di importanti volumi, “unici esempi della scarsa pubblicistica storia cilentana”.
Galzerano recupera un piccolo tesoro e lo mette a disposizione della comunità affinché si faccia luce su una delle pagine più buie della storia della meridione. Ciò è accaduto, secondo l’autore, a causa di una “damnatio memoriae” il cui obiettivo era quello di cancellare la storia da parte dei vincitori come spesso, o sempre, è avvenuto. Uccisioni di massa, paesi rasi al suolo, caseggiati dati alle fiamme, abitanti giustiziati o arrestati. Nel periodo del risorgimento cilentano, collocabile dalle metà dell’800 in poi, la violenza perpetrata nei confronti del popolo è stata atroce e solo grazie a Mazziotti e pochi altri se ne ha memoria, una consapevolezza di cui si ha necessità. Galzerano ripubblica integralmente il volume scritto dall’autore all’inizio del XX secolo, modificando unicamente le sezione fotografica. Mantenere intatto lo scritto è una precisa scelta dell’editore ed ha il preciso obiettivo di fedele riproduzione di una testimonianza, mettendo in risalto anche le differenze linguistiche tra il linguaggio e lo stile dell’800 rispetto a quello odierno. Fluida, interessante e adeguatamente colma di notizie è l’introduzione dell’editore che, novello Virgilio, prende per mano il lettore e lo introduce in una dimensione passata.
Come il poeta latino fece con Dante, anche Galzerano non lascia nulla al caso e spiega passo dopo passo cosa il lettore andrà a leggere, quali saranno i contesti, le motivazioni, le cause. Ogni rivoluzione, si sa, porta con sé morte e distruzione, ma quanto avvenuto nel Cilento diviene ancor più tragico e devastante. Galzerano, usando le parole di Mazziotti, riesce bene a riportare ai giorni nostri una forte testimonianza del tempo che fu, confermando il lungo impegno nella storiografia del Sud e del territorio cilentano. Emblematica anche la figura sulla quale è incentrato il volume, pubblicato in questo periodo perché il 4 luglio ricade l’anniversario dell’uccisione di Costabile Carducci. Rivoluzionario cilentano, ha guidato le rivolte del popolo meridionale in Calabria, territorio dal quale fu costretto a fuggire per poi riparare sulla costa tra Sapri e Maratea dove, a causa di un tradimento, trovò la morte. Galzerano, dunque, fa di nuovo centro, riportando alla luce un volume fondamentale per la storia del Cilento.