di Erika Noschese
Una diffida alla Regione Campania e un esposto alla Procura della Repubblica. Il sindaco di Mercato San Severino Antonio Somma sembra intenzionato a mettere la parola fine ai forti miasmi che ogni giorno vivono i residenti di Mercato San Severino, a causa del malfunzionamento del depuratore di Costa e del torrente Solofrana. «Miasmi irrespirabili – ha attaccato il primo cittadino di Mercato San Severino – La Regione ha deliberato lo stanziamento di 5 milioni du euro nell’ottobre 2018 ma, ad oggi, nulla è stato fatto». Somma, già dallo scorso anno, lamenta infatti il malfunzionamento del depuratore di Costa e le criticità che si registrano sul torrente Solofrana che sono oggetto di costante preoccupazione in quanto metterebbero in pericolo anche la salute dei cittadini che, invece, sostiene il sindaco «è e deve essere al primo posto». L’amministrazione comunale di fatti lamenta i ritardi della Regione nel dare concretezza a provvedimenti deliberati oramai da dieci mesi. Il primo cittadino, riferendosi ai miasmi nell’area del depuratore della frazione Costa, ha inoltrato un circostanziato esposto alla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, chiedendo di verificare eventuali profili di illecito e perseguire responsabilità soggettive. «La salute dei cittadini non può aspettare. Persistono a Costa cattivi odori irrespirabili, certificati dalle relazioni di sopralluogo dei tecnici comunali e della polizia municipale, le cui cause vere non è dato conoscere, potenziale pericolo per la salute dei cittadini e fonte di inquinamento ambientale – ha dichiarato il sindaco che già lo scorso anno ha presentato un esposto – Gli organismi competenti devono assumersi le proprie responsabilità ed adottare soluzioni urgenti ed efficaci. Nonostante siano stati approvati dalla Regione Campania, da circa un anno, provvedimenti che prevedono lo stanziamento di ben cinque milioni di euro – una somma che rende l’idea dell’entità della questione e dell’urgenza ad oggi – incredibilmente nulla è stato fatto». Con l’esposto in Procura presentato lo scorso 27 agosto, dopo giorni di odori insopportabili, il primo cittadino ha preparato anche una lettera indirizzata alla Direzione Regionale del Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, all’Assessorato all’Ambiente della Regione Campania, alla Gori, all’Arpac, alla Cogei (soggetto gestore del depuratore), e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente, ribadendo quanto più volte richiesto, a partire dal luglio 2018. Perentorie richieste, ad horas, inviate da Antonio Somma ai competenti uffici regionali di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso, di ammodernamento impiantistico e tecnologico, oltre al cronoprogramma di gestione, all’avvio della lotta agli scarichi illegali, con il controllo, costante e metodico, delle immissioni delle acque reflue nei corpi idrici superficiali. Note, quelle del luglio 2018, allora seguite dal sequestro preventivo dell’impianto il 9 agosto 2018 da parte del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno dei Carab i n i e r i (con sollecito di trasferimento dalla Reg i o n e C a m p a – nia, proprietaria d e l l ’ i m – pianto, delle risorse necessarie per completare i lavori di adeguamento), e dall’interrogazione parlamentare del 25 settembre 2018, che richiamava le gravi inadempienze della Regione, responsabile del funzionamento del Depuratore. «Il 24 ottobre 2018 una deliberazione di Giunta Regionale dispone il finanziamento di due interventi per circa 5 milioni di euro complessivi : uno per il controllo delle emissioni in atmosfera provenienti dal depuratore (3 milioni e trecento mila euro), l’altro per ottimizzare i processi produttivi di realizzazione di centrifuga e silos di stoccaggio fanghi (1 milione e cinquecentomila euro circa)», ha poi aggiunto il primo cittadino secondo cui gli stanziamenti disposti da Palazzo Santa Lucia sarebbero ancora nelle casse regionali, poiché non sono stati adottati i provvedimenti attuativi. Inerzia che ci ha costretti alla più recente diffida, quella del 27 agosto scorso, diretta alla Direzione regionale del Ciclo integrato delle acque, con la quale abbiamo chiesto anche un controllo straordinario degli scarichi industriali degli opifici per verificare i dati con la portata idrica all’ingresso dell’impianto di Costa, ed alla nota diretta all’Arpac, «per il monitoraggio delle acque del torrente Solofrana, interessato da degrado ed inquinamento provocati dalle attività industriali e dagli insediamenti urbani», come ha spiegato il sindaco. «La Procura accerterà le eventuali responsabilità ed il perché dei silenzi. Noi non ci fermeremo. Continueremo ad essere pronti, attenti e vigili, a tutela della salute dei concittadini e della pubblica e privata incolumità, attendendo dai competenti uffici regionali gli interventi programmati, che sono, lo ribadiamo con forza, urgenti ed indifferibili», ha poi aggiunto.