di Redazione Cronache
“Cosi’ devono morire i pentiti, bruciati”. E’ il testo scritto su uno striscione messo accanto a un falo’ fatto con una catasta di legno. Nelle fiamme e’ stato lanciato un manichino che simboleggiava un collaboratore di giustizia. Il fatto e’ avvenuto la scorsa notte in un rione di Castellammare di Stabia, cittadina costiera del Napoletano, considerato roccaforte del clan D’Alessandro, dove di recente c’e’ stata un’ operazione che ha portato all’arresto dei reggenti della cosca, grazie proprio alle dichiarazioni dei pentiti. A mezzanotte e’ stato dato fuoco alla catasta di legna, al fantoccio e allo striscione. L’episodio nel quartiere Aranciata Faito davanti a una folle festante che ha anche assistito all’esplosione di fuochi d’artificio. Indaga la polizia. A quanto si apprende, in diverse roccaforti della cosca sono stati appiccati altri falo’.
LE REAZIONI “Le immagini del falo’ della camorra a Castellammare, nel rione Savorito, sono un insulto alle vittime innocenti dei clan, allo Stato e alle Istituzioni tutte, alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine e a tutte le persone oneste di quella citta’”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli. “Siamo al paradosso prosegue Borrelli. La camorra viene addirittura enfatizzata nel corso di una festa tradizionale religiosa come quella dell’Immacolata. Nonostante il divieto del Comune sono stati accesi in diversi quartieri i cosiddetti “fucaracchi”. Su quello del rione Savorito campeggiava uno striscione enorme con la scritta “cosi’ devono morire i pentiti, abbruciati”. Un episodio inquietante, una vera e propria sfida allo Stato. Spero che le forze dell’ordine e la magistratura vadano a bussare al piu’ presto alla porta degli autori di questo gesto vomitevole. E’ inaccettabile che la camorra possa consentirsi comportamenti sempre piu’ arroganti e violenti anche in manifestazioni pubbliche. Lo Stato faccia sentire la sua presenza in questi rioni”.
E’ indignato il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, per il violento messaggio che la camorra ha inviato ai “pentiti” minacciati di morte su uno striscione bruciato insieme a un manichino in cima a un grande falo’. “Rispettare le tradizioni non significa inneggiare alla violenza e alla criminalita’ organizzata. Tutto cio’ e’ intollerabile – scrive in una nota Pochi imbecilli non possono certo rovinare l’immagine di una festa di tutta la citta’. Quella del manichino non e’ Castellammare, quella dei falo’ illegali non e’ Stabia”. ”L’immagine del manichino sulla catasta e’ terribile ed il suo significato mette i brividi. Rabbrividisco e inorridisco non solo davanti agli autori di quel gesto frutto di una mentalita’ retrograda, vile, ignorante, da annientare con ogni mezzo a nostra disposizione, ma soprattutto davanti a quei cittadini che sono rimasti immobili Sono certo che quanto prima gli artefici di quella idiozia verranno identificati. E’ ora di dire basta”, avverte.