“Apprendiamo dalle pagine del quotidiano Le Cronache, che il Comune di Salerno ha deciso di ridimensionare di molto i finanziamenti per iniziative culturali estive da organizzarsi in città ad opera di associazioni culturali e del terzo settore. Come Coraggio Salerno dobbiamo esprimere la nostra più assoluta contrarietà a questa scelta, che sebbene abbia le sue radici finanziarie nel disastrato bilancio comunale, avrebbe potuto essere evitata, garantendo ai cittadini e ai turisti la Salerno viva culturalmente che, tra tante contraddizioni, pure si intravedeva l’anno scorso”. Dunque gli esponenti del gruppo contestano la riduzione degli eventi estivi specificando questa scelta fatta dal Comune “lascia totalmente impreparate le associazioni organizzatrici degli eventi. In un momento in cui, al contrario dell’anno scorso, si può, parlare di reale ripartenza, il settore ancora una volta lasciato indietro è quello culturale. Il comparto, potrebbe e dovrebbe rappresentare il fiore all’occhiello della nostra comunità ma invece, da anni, è ridotto al deserto. L’estate scorsa, oltre a essere una timida boccata d’aria fresca per la città, aveva rappresentato anche una possibilità di lavoro per tanti. Negare, nel momento più propizio, questa possibilità aggiunge al danno la beffa”. Ed ancora proseguono affermando che questo “taglio elimina la cultura partecipata, le esperienze dal basso, incluse iniziative giovanili di rilievo nazionale, favorendo i soliti noti da tantissimi anni. Si soffocano possibilità culturali nuove e meritevoli per continuare a sostenere sempre gli stessi, senza allargare gli orizzonti e senza aprirsi alle molteplici proposte artistiche, anche e soprattutto giovanili, che Salerno è capace di esprimere, anche se a Palazzo di città questo sembra non interessare”. Per Coraggio Salerno questa scelta è “stata operata da parte dell’amministrazione per mere ragioni di consenso elettorale. Fatto il pieno di consensi, l’amministrazione ha deciso di fuggire col bottino desertificando culturalmente una città dalle possibilità culturali tanto grandi quanto inespresse? Davvero, per l’amministrazione, la cultura è solo e soltanto una merce di scambio? Noi non vorremmo crederlo, ma sono proprio queste scelte che ci portano a presumerlo. Noi non possiamo starci perché non si deve e non si piò tagliare ulteriormente la cultura. La città che immaginiamo è un’altra. Ma, noi, unica opposizione credibile in città, non possiamo fermarci alla critica. Per noi sarebbe stata un’ottima soluzione, pur transitoria, quella di razionalizzare le spese per fornire comunque una programmazione culturale partecipata in luoghi idonei, capace di valorizzare le tantissime esperienze di grandi dimensioni dello scorso anno e dare un luogo più consono a quelle piu piccole. Davanti all’ennesima revisione al ribasso, risponderemo con quel che ci viene meglio: la costruzione di proposte, l’attivazione di chi con la cultura ci mangia tutti i giorni, l’organizzazione, la rifioritura di una città intera.
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