«L’attuale sindaco di Agropoli manca di onestà intellettuale: tutte le opere, tranne una, inaugurata o che lo sarà vedono la mia paternità e di ciò non mi viene dato merito. Non lo voglio, ma sarebbe correttezza istituzionale dare a Cesare ciò che è di Cesare». Con queste parole, l’ex sindaco di Agropoli Adamo Coppola commenta i primi mesi dell’amministrazione guidata da Roberto Antonio Mutalipassi. Coppola è stato primo cittadino, eletto col simbolo del Partito Democratico, dal 2017 al 2022, quando ha chiuso anticipatamente la sua avventura alla guida dell’ente a causa delle dimissioni firmate dalla maggior parte dei consiglieri di maggioranza. Dopo il tradimento e la non ricandidatura da parte del Pd, che ha preferito l’attuale sindaco, l’ex amministratore ha lasciato i Dem e si è avvicinato in Fratelli d’Italia, candidandosi ad essere il nuovo nome sul territorio del partito di Gorgia Meloni.
Lei è stato un pioniere: prima del voto ha lasciato il Pd per approdare a FdI, anticipando i tempo. Perché quella decisione?
“Nel Partito Democratico, non c’è un approccio o una disponibilità democratica per decidere le cose insieme. Le decisioni sono spesso verticistiche e non sono frutto di ragionamenti ma prese di posizione anche personali. Nel mio caso, la scelta di non ricandidarmi ha negato una regola che era praticamente fissa e che veniva sempre messa in atto”.
Alle scorse elezioni, il Pd ha avuto un tracollo in provincia ma anche in regione. Secondo Lei tra le motivazioni c’è la personalizzazione che De Luca e Alfieri hanno fatto del partito?
“Naturalmente anche quello. Il risultato però deriva anche da una politica nazionale assolutamente infruttuosa. Negli ultimi dieci anni ha sempre governato e quindi tutto il lavoro fatto non è piaciuto. A livello locale abbiamo avuto dei leader, come De Luca, che hanno creato un cerchio magico e questo ha allontanato sempre più il popolo. Non dimentichiamo la contestazione del senatore Alfonso Andria, da sempre uomo del Pd, che è uscito sbattendo la porta. Chi si è trovato, come me, a contestare questa politica è stato fatto fuori”.
Autonomia differenziata: da uomo e politico del Sud cosa ne pensa?
“È giusto e corretto un riequilibrio. Al Sud, ed è innegabile, si vivono maggiori difficoltà. Parlando di autonomia differenziata è bene capire di cosa si tratta senza accettare così tout court ma si deve approfondire il tema e entrare nel dettaglio. Da amministratore conosco le difficoltà e non possiamo accettare il concetto in maniera asettica”.
Oggi arriverà il decreto per il commissariamento del Parco del Cilento nella figura di Marcello Feola. Il suo pensiero a riguardo?
“Bene che sia una persona del territorio, come fatto per Tommaso Pellegrino. Non siano nomi calati dall’alto”.
Ad Agropoli, si sta molto dibattendo dell’arena del mare a Trentova. Era anche nei Suoi progetti, ma molto diversa rispetto a quella paventata da Mutalipassi e i suoi…
“L’idea progettuale della mia amministrazione era quella di far crescere un luogo all’aria aperta e far vivere tutti gli sport a contatto con la natura come la mountain bike, le passeggiate a piedi o a cavallo, il tiro con l’arco, il tennis, il calcio e via dicendo. Doveva essere un luogo come lo è e cioè dove vivere l’ambiente e la natura. Dopo la pandemia c’è la voglia molto forte di questo ritorno. Se lo si vuole trasformare in un luogo per eventi, c’è da capire come verranno installate le strutture e quali. Tutto ciò che si farà deve essere ecosostenibile e rispettare quella stupenda cornice incontaminata che è Trentova. Credo sia ancora una idea e non so se e quanto ci sia di concreto. Non ho visto un progetto definitivo. Queste progettazioni vanno fatte passare per gli organi competenti e al momento non c’è nulla di concreto. Il luogo si presa ad eventi, ma si deve capire il come. Ci vorranno servizi e credo che lì non ci possano avere”.
Come vede questi primi mesi di amministrazione Mutalipassi?
“È stato fatto poco o nulla”.
Ci si è appropriati di una paternità che non c’era…
“L’attuale sindaco di Agropoli manca di onestà intellettuale: tutte le opere, tranne una, inaugurata o che lo sarà vedono la mia paternità e di ciò non mi viene dato merito. Non lo voglio, ma sarebbe correttezza istituzionale dare a Cesare ciò che è di Cesare. L’amministrazione non ha prodotto quasi nulla e il poco fatto è frutto di progetti della mia amministrazione. L’unica iniziativa è la discoteca in piazza e null’altro. Mi auguro per loro che stiano lavorando ma ad oggi non c’è nulla in cantiere. Dispiace la mancanza di onestà intellettuale. Lavorare in continuità è giusto, non per il sindaco precedente, a cui si deve dare il merito di quanto fatto, ma per la popolazione che ha bisogno di continue iniziative che siano di carattere pubblico. C’è bisogno di opere, di progetti, di novità e non di continuare a vivere di rendita sul lavoro altrui”.