Andrea Pellegrino
Finiscono ancora una volta sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti i resoconti dei gruppi regionali consiliari. In particolare, criticità sono emerse dai conti del gruppi “De Luca presidente” e “Partito democratico”. Consulenze, spese e siti web al centro delle contestazioni da parte dei giudici contabili della sezione campana della Corte dei Conti. Per quanto riguarda il gruppo “De Luca presidente”, «nel rendiconto 2017 – si legge nella relazione – sono state certificate dal presidente del gruppo spese totali per euro 54.353,79. Dall’analisi del dettaglio delle singole voci di spesa sono state rilevate ulteriori gravi criticità contabili con particolare riferimento all’inserimento nel rendiconto di alcune fatture liquidate nel corso dell’anno 2018». Tra queste un bonifico da oltre 2000 euro per la realizzazione di servizi web, nonché la somma di oltre 8mila euro per la gestione ed implementazione affidata alla ditta salernitana “Incoerenze”. Ma ancora tra le criticità sono finite anche due consulenze affidate all’esterno da un consigliere regionale del gruppo. «In primo luogo – si legge ancora – appare un contratto di consulenza e collaborazione, , sia per il mese di ottobre che per quello di novembre, dichiara di aver “svolto, come da contratto, le mansioni di addetto stampa del Consigliere regionale”; pertanto, tale spesa sembrerebbe dover essere contabilizzata alla voce 6) del rendiconto 2017; si chiedono al riguardo chiarimenti. Nella documentazione allegata, non vi è traccia dell’attività, come sopra riportata e prevista nel contratto, di “implementazione e gestione del sito web”, risolvendosi, l’attività del contraente, esclusivamente nell’incarico di addetto stampa del consigliere in parola; la stessa documentazione, solo in un caso, riporta il simbolo del Gruppo di appartenenza del predetto consigliere. Si chiedono anche in tal caso gli opportuni chiarimenti e se del caso le necessarie integrazioni documentali, in particolare al fine di dimostrare la congruità della spesa rispetto all’attività svolta e se quest’ultima sia coerente con l’attività istituzionale del Gruppo». Quanto al Partito democratico, invece, tra le contestazioni spuntano anche 2500 euro per “Diffusione volantinaggio e affissione”. Attività che, per la Corte, manca di giustificativi, compresa la prova oggettiva dei manifesti e volantini. Ma ancora, sulle consulenze esterne, i giudici bacchettano: «per il conferimento di sette incarichi a giornalisti, oltre che ad una società cooperativa giornalistica, evidenzia un aumento dell’attività comunicativa e dell’utilizzo di servizi giornalistici che non parrebbe corrispondere a reali esigenze, ingenerando il dubbio che il conferimento di incarichi della comunicazione secondo la suddivisione per province della Campania, collegi elettorali, temi e strumenti di comunicazione (internet, televisione, stampa) – ambiti che sovente finiscono per sovrapporsi – non risponda a reali esigenze organizzative di comunicazione e informazione del Gruppo».