Un migliaio di delegati da tutta Italia, un candidato unico alla segreteria e quattro vice. Forza Italia scalda i motori per il congresso che si riunirà nel weekend a Roma e confermerà la leadership di Antonio Tajani. Con lui saranno eletti quattro vice: Roberto Occhiuto, Deborah Bergamini, Stefano Benigni e Alberto Cirio. “C’è un grande spazio tra Elly Schlein e Giorgia Meloni – scandisce il segretario ricandidato – e noi vogliamo occuparlo”. Si tratta della grande prateria del centro, da sempre serbatoio di quei voti mobili che possono determinare per un partito la sconfitta o la vittoria. Tajani lo sa bene e punta a radicare l’immagine di FI come forza solida, moderata ed europeista dentro la coalizione di governo. Obiettivo è raggiungere la percentuale del 10% alle europee – magari superando la Lega – e raddoppiare questo risultato alle prossime politiche. Il mantra, alla vigilia della convention, è il “voto utile: il Ppe sarà la prima forza politica nel parlamento europeo – la previsione del leader azzurro -. Tutto lascia pensare che il prossimo presidente della Commissione e del Parlamento europeo saranno esponenti popolari. Più forte è Forza Italia più forte è l’Italia in Europa”. E la collocazione dentro i popolari europei è tanto radicata che, questa volta, alle urne gli elettori troveranno proprio il Ppe al centro del simbolo azzurro. Il vicepremier con delega agli Affari Esteri riceverà l’investitura ufficiale a leader del partito sabato pomeriggio e non ci sarà gara interna nemmeno tra i vicesegretari (il numero dei candidati è pari a quello dei posti disponibili). L’unica sfida sarà per la carica del ‘sostituto’: in caso di impedimento del segretario, prenderà il suo posto il vice che avrà preso più voti o, a parità, il più anziano. Occhiuto, Bergamini, Benigni e Cirio sono quattro volti noti del partito: il primo è considerato vicino a Tajani e stando ai pronostici dovrebbe essere il più votato; la seconda ha storicamente buoni rapporti con la famiglia Berlusconi; il terzo viene associato a Marta Fascina; mentre il quarto – governatore del Piemonte – è espressione dei territori. Nelle ultime modifiche allo statuto è stata poi introdotta la figura del presidente del consiglio nazionale, ruolo che potrebbe essere affidato a Renato Schifani. Tra venerdì e sabato, accanto ad un migliaio di delegati da tutta Italia, varcheranno le soglie del Palazzo dei Congressi dell’Eur cittadini, imprenditori, rappresentanti sindacali (sarà presente anche la Cgil) e volti noti della politica italiana e internazionale. Da Ignazio La Russa alla presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metzola, passando per il numero uno del Ppe Manfred Weber e per l’eurodeputato spagnolo Antonio Lopez Isturiz. Attese in video, invece, la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e la premier Giorgia Meloni. Se è probabile la presenza di Marta Fascina, in quanto deputata forzista, non ci saranno i figli di Berlusconi. “Ci sostengono ed in qualche modo si faranno vivi”, ha detto Tajani nei giorni scorsi e, alla vigilia della convention, c’è chi ipotizza che possano mandare una lettera. Nella due giorni ci sarà spazio anche per confrontarsi su otto mozioni, frutto del lavoro dei dipartimenti azzurri coordinati da Alessandro Cattaneo. Sarà l’occasione per affinare la linea del partito su lavoro, energia, agricoltura, giustizia, riformismo e tanto altro.Da parte di Vincenzo De Luca “mi pare una smargiassata, poi tra De Luca e i poliziotti io sto dalla parte dei poliziotti che stavano facendo il loro dovere. De Luca stava facendo una manifestazione politica usando un linguaggio che non è consono a un uomo che deve rappresentare le istituzioni, non può fare il capopopolo insultando i poliziotti”.”Alla vigilia del congresso, ha aderito al movimento politico di Forza Italia, al gruppo parlamentare in Senato – e questo ha una grande importanza anche per la maggioranza – un senatore campano, Raffaele De Rosa, che era stato eletto con il M5S e stava nel gruppo Misto, ma ha scelto di stare con Forza Italia perché evidentemente il M5S non era più quello delle origini”.
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