Erika Noschese
«Movida morta? Solo un titolone da giornale». Risponde così Raffaele Esposito, presidente provinciale di Confesercenti Salerno in merito alla chisura dell’Easy Riders, storico locale salernitano e punto di forza della movida salernitana. Presidente, un altro storico locale di Salerno ha definitivamente abbassato le saracinesche.
In città, ad oggi, si può parlare di movida morta?
«Non entro in merito della polemica della movida. Il dato preoccupante è che i locali storici possano avere delle difficoltà e quindi di questo la Confesercenti provinciale se ne dispiace. Noi lavoriamo quotidianamente per assicurare la tutela migliore alle imprese del commercio, del servizio e del turismo e soprattutto agli esercizi di vicinato e agli esercizi storici che hanno una storia sul territorio. Ho letto proprio stamattina questa notizia però andrò a capire meglio quali sono state le dinamiche che hanno portato a questa chiusura».
Sempre più esercizi commerciali in città decidono però di chiudere definitivamente. Cosa si può fare per fronteggiare questa crisi?
«La crisi economica è una crisi che riguarda il settore dal 2007. Le istituzioni non hanno dato quei benefit fiscali alle imprese che avrebbero permesso di risollevarsi dalla crisi. Il costo del lavoro è aumentato, il costo delle imprese è esorbitante e alle volte si aggiungono anche dei tributi locali, non proprio in linea con quelle che sono le reali esigenze e sono gravose sulle imprese. Quindi, tutto questo mix porta ad una pressione fiscale davvero insostenibile. Il dato positivo, almeno riguardante a quello che abbiamo in riscontro allo scorso anno è che comunque il saldo tra le aperture e le chiusure in provincia di Salerno è un dato, seppur minimo, sempre positivo. Quindi, a fronte di migliaia di chiusure di partite iva ce ne sono altrettante che aprono i battenti. Questo è un dato positivo, vediamo il bicchiere mezzo pieno ma ovviamente c’è da lavorare molto e c’è da favorire il tessuto economico e sociale provinciale, non solo su Salerno città. Lavoreremo al fianco delle istituzioni, dei Comuni, degli enti locali, delle Province e delle Regioni per assicurare sempre il meglio alle nostre imprese che soffrono di una crisi economica globale che non risparmia neanche il nostro territorio».
A breve prenderà il via la nuova edizione della Notte Bianca a Salerno. Potrebbe essere vista come un attimo di respiro per i commercianti?
«Assolutamente. Faccio i complimenti ai colleghi della Cidec che hanno organizzato, al presidente e al direttore che organizzano questa manifestazione. Noi come Confesercenti provinciale di Salerno abbiamo sempre immaginato che le attività ludiche sul suolo pubblico possano essere un grande attrattore culturale e possano portare respiro anche in periodi di crisi generale del commercio ai commercianti salernitani. Basti pensare alla kermesse che poi è il fulcro di tutto, dell’intero comprensorio salernitano che è Luci d’Artista e come Confesercenti provinciale di Salerno ci siamo già attivati per consentire una maggiore mobilità per la kermesse, stiamo già interrogando reti Ferroviarie italiane per garantire da e per Salerno, in quel periodo di dicembre, delle affluenze e mobilità più in linea con quelle che sono le esigenze comprensoriali». Ultima domanda, pensa si possa parlare davvero di “movida morta” a Salerno? «No, questo è solo un titolone da giornale. Se si parla di movida morta significa che viene meno quelle che è l’impegno quotidiano delle persone in genere. Credo che della movida sana, attenta e dedicata ai nostri territori possa portare solo un grande beneficio ai nostri territori, anche per le attività economiche che ci sono nei nostri quartieri e nelle nostre piazze. Vanno disciplinati però perché la movida ci deve essere, e sottolineo quest’aspetto, ma deve essere una movida controllata, monitorata; siamo sicuramente fiduciosi nell’opera che sta portando avanti sia il questore di Salerno sia il prefetto per assicurare la vivibilità dei nostri territori. Bisogna trovare il giusto equilibrio tra quelle che sono le esigenze di fare imprese e di fare la movida, sono pro movida ma che assicuri il massimo confort, il rispetto di chi vive i territori ma soprattutto il rispetto delle attività commerciali. Bisogna far prevalere sempre il buon senso».