Comune, Disavanzo influenzato dalla crescita di residui attivi - Le Cronache Salerno
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Comune, Disavanzo influenzato dalla crescita di residui attivi

Comune, Disavanzo influenzato dalla crescita di residui attivi

La Giunta Comunale ha approvato il Bilancio Consuntivo 2023 il giorno 10. Poco o nulla si sa del documento, a parte qualche anticipazione sul mancato ripianamento della rata di Disavanzo prevista per fine 2023. Questa circostanza accresce i timori sulla piena sostenibilità dell’impegno in vista del maggior carico trasferito al corrente anno. A fine 2024, infatti, si dovrà rimborsare una rata di € 33,8milioni, in luogo di € 25,2. Riprendiamo, quindi, l’intervista a Alfonso Malangone per capire cosa ci potrà riservare il futuro alla luce di quanto emerge dalla documentazione disponibile. Sul Bilancio è caduto il silenzio, dopo le contestazioni per la mancata delibera entro la scadenza del 30/04 e l’approvazione in Giunta del giorno 10. «Adesso, il Bilancio è all’esame dei Revisori per il necessario parere. Dopo, i Consiglieri avranno venti giorni di tempo per l’approfondimento. Quest’anno, le cose sono rese più difficili dalle dimensioni del documento, divenuto un fascicolo di un migliaio di pagine, tra relazioni e tabelle, neppure tutte utili. Sarà un’impresa. In verità, se la volontà di essere trasparenti è sempre da lodare, non è certo con l’aumento del numero degli elaborati che si rafforza la credibilità del messaggio. In ogni caso, c’è tempo almeno fino a inizio Giungo. Poi, magari, cesserà anche il silenzio di questi giorni». Il mancato rimborso della rata di Disavanzo vuol dire che ci sono gravi difficoltà? «Qualcuno potrebbe pure sostenere che l’impegno assunto con il Governo sia particolarmente gravoso e, forse, sottoscritto con eccessivo ottimismo. Purtroppo, quando si è deboli, una qualsiasi combinazione sfavorevole può causare gravi conseguenze. La rata pagata in parte è l’evidenza ultima. La più significativa. Ma, un Bilancio va esaminato con riferimento a tre aspetti essenziali: il contabile, l’economico e il finanziario. E, purtroppo, sembra che in tutti siano presenti delle criticità. Cioè, nel 2023, le cose non sono andate nel verso sperato». Allora, possiamo iniziare dall’aspetto contabile. «Mi aiuto con i numeri. La quantificazione della grandezza più significativa, cioè il Disavanzo di Amministrazione, sembra sia stata ancora una volta influenzata dalla crescita ‘a dismisura’ dei Residui Attivi che, pur dopo una ‘pulizia’ di circa € 40,0milioni per la cancellazione di crediti ormai ‘morti’, sono passati da € 435,4milioni a € 468,8. Davvero, un aumento enorme. Di contro, i Residui Passivi appaiono ‘ridimensionati’, da € 119,9milioni a € 105,6, sia grazie alla preliminare cancellazione di impegni presi che alla creazione del Fondo Pluriennale per il trasferimento al 2024 delle quote relative ai lavori pubblici in corso. In questo modo, il Risultato di Amministrazione, quale sbilancio positivo tra Cassa+Crediti-Debiti, è salito a € 273,1milioni contro € 264,0 del 2022. Per arrivare, poi, al calcolo del Disavanzo, è possibile siano state detratte quote di accantonamento non sufficientemente cautelative. Il Fondo a copertura del mancato incasso dei crediti è stato elevato di appena € 7,0milioni, a € 199,9, e copre circa il 75% dei Residui. Ma, l’Ente non incassa più del 15% degli arretrati. Il Fondo Contenzioso è sceso di € 2,3milioni, a € 5,6, mentre almeno tre cause in corso sommano per oltre 13milioni, cioè quelle per i parcheggi di Piazza Cavour e di Corso Garibaldi. Speriamo di vincerle. All’opposto, è stato incrementato di € 3,0milioni il Fondo per causali diverse, a € 12,0, a favore dei creditori e dei dipendenti. Alla fine di tutto questo, il saldo del Disavanzo è stato dichiarato pari a € 152,4milioni. Saranno i Revisori a dire se questi accantonamenti sono congrui. Vedremo. Una osservazione conclusiva è necessaria. Il Fondo Pluriennale per gli impegni trasferiti al 2024 non era stato quantificato in sede di Preventivo malgrado una precisa sentenza della Corte dei Conti. Adesso, è stato definito in ben € 99,8milioni. Una cifra mai registrata. Forse, si è voluto prima far quadrare il cerchio. Però, nel passaggio dei valori, le sfasatura sono presenti in alcune voci. Senza dire che, per diversi impegni, dopo il trasferimento al FPV, il saldo non si è azzerato. Cioè, in parte sarebbero stati trasferiti al 2024 con il Fondo e in parte sarebbero rimasti come Residui che, poi, sempre al 2024 sono passati. Sarebbe interessante capire. In definitiva, non può essere escluso che il quadro contabile sia stato oggetto di una attenta valutazione delle grandezze e delle poste per conseguire un risultato congruo. Si fa così dappertutto. Del resto, il Governo ha stanziato € 50milioni a favore delle Città aderenti al contratto Aiuti. Sono nove, con due Metropolitane. La quota per Salerno potrebbe aggirarsi introno agli 8milioni. In fin dei conti, è proprio quello che serve a coprire la quota insoddisfatta della rata. Una coincidenza davvero favorevole». Veniamo all’aspetto finanziario. Rispetto alle previsioni, le Entrate di competenza dei primi tre Titoli, quelli che assicurano le risorse per le spese correnti, sono state pari a € 136,8milioni rispetto all’importo accertato di € 213,3. Siamo al 64%. La differenza è confluita nei Residui Attivi, come crediti da recuperare. Gli incassi in conto Residui sono stati pari a € 48,32milioni, a fronte di un totale di € 257,4. Siamo appena al 18%. Eppure, erano state aumentate tutte le voci possibili, dall’addizionale Irpef ai canoni, dalle mense ai servizi. In sostanza, non c’è stata voce che abbia rispettato le previsioni e, quindi: “sono state troppo favorevoli”? Il problema è tutto qui. Adesso, l’Ente ha lavori importanti da eseguire che, pur coperti dall’assegnazione dei relativi fondi, assorbono immediatamente consistenti risorse. Nel 2023, l’Anticipazione di Tesoreria è stata utilizzata per € 109,2milioni. E, salvo ogni errore, l’Ente avrebbe anche usato valori vincolati per € 46,6milioni, poi reintegrati. Il problema è che più ci si impegna a fare grandi opere, più crescono le necessità finanziarie e più si creano sfasature pesanti. Gli interessi passivi pagati sono stati pari a € 11,3milioni. Per evitare tutto questo, dovrebbero immediatamente aumentare i recuperi sui crediti pregressi. A fine 2023, nel gruppo dei Residui Attivi, sono dichiarati da incassare: IMU/ICI per € 49,7miliomi; Tari per € 107,4; Multe per € 51,8; Fitti e Canoni per € 7,5; Pubblicità e varie per € 3,2; Irpef per € 6,3; Imposte di Soggiorno per € 0,3. Sommate, si arriva allo stratosferico importo di € 226,2milioni. Potremmo rimborsare l’intero Disavanzo, offrire caffè e cornetti a tutti e comprarci anche la Salernitana. E, quindi: “perché non si incassano”? Oppure: “quanti di questi valori sono ormai privi di contenuto finanziario”? ». E veniamo all’aspetto economico. «Su questo, c’è solo da dire che la ricostruzione del conto economico evidenzia una perdita di € 12,0milioni a fronte dell’utile di € 1,2 del 2022. Un peso particolare è stato quello apportato dalla cancellazione dei Residui Attivi per i crediti divenuti inesigibili. Una fonte di ricchezza è divenuta sterile. Alla fine, è stato intaccato il Patrimonio dell’Ente che è diminuito a € 756,6milioni da € 768,7. In sostanza, la Città si è ‘ristretta’». Lei pensa in negativo? «Premetto che tutti i dati sono stati estrapolati da quelle centinaia e centinaia di pagine di cui si è detto. E, quindi, sono certamente possibili degli errori. Per il resto, in economica non c’è nulla di positivo o di negativo. Ci sono delle regole. Se si rispettano, si va avanti, altrimenti si arretra. E, talora, si può arrivare al disastro. Molti nobili casati sono andati perduti quando i ‘titolati’ non hanno preso atto delle difficoltà, adeguando le scelte alle proprie esigenze indifferibili. Per essere concreti, si debbono affrontare le cose con gli occhi della consapevolezza, anche se nell’immediato può far male. Poi, però, le cose cambiano. Tempo fa, un illustre professore fece una importante distinzione tra ‘debito buono’ e ‘debito cattivo’. Forse, sarebbe il caso di riflettere su cosa fare». Lei è l’unica voce non politica della Città a parlare di problemi del Bilancio «Non credo che manchino soggetti in grado di esprimere pensieri migliori dei miei. E’ vero, però, che la massima parte è colorata politicamente e, per questo, è vittima di un contrasto ideologico che può svilirne il messaggio. Essere cittadino libero attribuisce il vantaggio di non dare spazio ad accuse di opposizione preconcetta o finalizzata a chissà quale utilità. Se a qualcuno può dare fastidio, è perché non comprende che parlare dei problemi della Città in termini oggettivi può solo far bene agli interessi della Città. Non certamente a quelli di chi li ignora».