di Andrea Pellegrino
Il bilancio di previsione non rispetta il principio di veridicità. Il consigliere comunale Roberto Celano parla di una vera e propria “truffa ai danni dei cittadini salernitani”. «Forse è per questo – dice il consigliere comunale – che i revisori ancora non hanno fornito il loro parere al bilancio di previsione, facendo slittare a dopo San Matteo, con molta probabilità, la seduta per l’approvazione dello strumento economico. Compiendo, in tal senso, un altro abuso, considerando che i termini sono scaduti». Il consigliere comunale, carte alla mano, smonta pezzo per pezzo alcuni parti del bilancio. E soprattutto quelle riferite ai rifiuti. In sostanza, al centro ci sono la Tari ed alcune voci presenti del piano finanziario e non nello schema di bilancio di previsione 2015. In particolare per quanto riguarda il fondo svalutazione crediti. «Avevo già segnalato l’anomalia – dice Celano – all’atto dell’approvazione del piano finanziario della Tari. Il fondo svalutazione crediti non poteva essere inserito nel conteggio della Tari, gravando così i cittadini di un ulteriore costo. Ora leggendo il prospetto del bilancio nella parte riguardante il servizio di smaltimento dei rifiuti mi sono accorto che scompare il fondo nel mentre resta previsto nel piano finanziario». In cifre si tratta di circa 5 milioni di euro che i cittadini salernitani pagheranno ma che non trovano riscontro nei conti del bilancio. In pratica, secondo Celano «verrebbero distratti altrove» e non «utilizzati per la costituzione di un apposito fondo che potrebbe permettere la diminuzione delle tariffe almeno per il prossimo anno». La denuncia di Celano arriverà fino alla Corte dei Conti mentre le carte sono state già inoltrate all’attenzione dei revisori dei conti che entro martedì dovrebbero fornire il loro parere. «Ancora – dice Celano – l’accantonamento al fondo di svalutazione crediti inserito anche nel bilancio di previsione del 2014 risulta completamente eliminato nel conto consuntivo del 2014 per l’intero importo». «Reputo – spiega ancora il consigliere comunale – che tali somme siano state utilizzate per finalità diverse rispetto alla copertura dei costi relativi al ciclo integrato dei rifiuti». Ma non è l’unica anomalia. C’è anche una somma relativa al recupero dell’evasione che sarebbe dovuta servire ad abbassare le tariffe. Ed invece anche in questo caso, «le entrate da recupero evasione – dice – mai sono state stornate dai costi del ciclo integrato. Tutto ciò incidendo pesantemente sui cittadini di Salerno».
In totale Celano conta 15 milioni “illegittimamente coperti con la Tari”. «Penso – conclude il consigliere comunale – che i colleghi che approveranno il bilancio di previsione, così come redatto, saranno complici di una vera e propria truffa ai danni dei cittadini».
Impianto di compostaggio: 25 euro in più
rispetto a quanto si paga in Germania
Altro che modello Salerno. Il tanto decantato impianto di compostaggio salernitano costerebbe non poco ai cittadini salernitani. Eppure solo qualche giorno fa è stato preso d’esempio come modello da seguire per risolvere il “problema rifiuti” in Regione Campania. Un impianto che fu tappa – insieme al Marina d’Arechi – del premier Renzi in visita elettorale a Salerno prima delle elezioni regionali. A conti fatti Roberto Celano sostiene che ad incidere su una tariffa così elevata a Salerno ci siano anche le spese dell’impianto di compostaggio. «Se leggiamo ed analizziamo le cifre – dice il consigliere comunale – a Salerno paghiamo alla Daneco 155 euro a tonnellata. Mentre la Gesco ne chiede 130 euro a tonnellata. Insomma i cittadini salernitani – dice Celano – pagano 25 euro in più il conferimento dell’umido nel sito di compostaggio. Con l’aggravio che si tratta di una struttura pubblica, finanziata da fondi pubblici. Penso che anche in questo caso sia stato compiuto un danno erariale e che i salernitani siano stati danneggiati da ciò».
E sul piano rifiuti, dunque, immaginato dal governatore De Luca, Celano incalza: «Spero che vista l’esperienza di Salerno ed i costi che subiscono i cittadini, in Regione Campania non venga seguita questa strada». Tra l’altro, segnala ancora il consigliere comunale: «Che fine fanno i proventi che si ricavano legati all’energia? Perché questa somma non viene iscritta e calcolata in bilancio mentre si contano solo le spese coperte per intero dai contribuenti?». Anche in questo caso l’esposto alla Corte dei Conti potrebbe essere dietro l’angolo. (andpell)