di Andrea Pellegrino
Si è rivolta al Tribunale amministrativo di Napoli, la Daneco Impianti che si è vista revocare la titolarità dell’Aia per l’impianto di compostaggio di Salerno. Il tribunale ora dovrà fissare l’udienza, dopo aver rigettato la richiesta cautelare avanzata dalla società (difesa dall’avvocato Abbamonte) che, tra l’altro, ha subìto anche la risoluzione contrattuale da parte dell’amministrazione comunale di Salerno che nei mesi scorsi ha provveduto ad affidare l’impianto alla municipalizzata “Salerno Pulita”. La Daneco, finita al centro dell’inchiesta dell’Anac sul compostaggio di Salerno, ed oggi anche della Procura della Repubblica che indaga sull’impianto, si era ritrovata senza Aia (autorizzazione integrata ambientale) per la mancata stipula di una polizza fideiussoria richiesta dall’Ente regionale. Insomma nulla a che vedere con le inchieste in corso. Inoltre, al momento, ancora non sarebbe stata formalizzata la voltura dell’autorizzazione ambientale dal Comune di Salerno alla società. C’è chi avrebbe sollevato anche difficoltà rispetto ai requisiti in capo alla Salerno Pulita. Tant’è che l’affidamento è finito dritto in denuncia presentata a dicembre dall’ex assessore regionale all’ambiente Giovanni Romano. Nelle settimane scorse i finanzieri hanno bussato anche alle porte della società per acquisire carte, dopo i documenti portati via dagli uffici comunali di Palazzo di Città. Alla base dell’ultimo affidamento ci sarebbero le caratteristiche della società municipalizzata, incaricata prettamente dello spazzamento e delle raccolta ma non della gestione di un impianto di rifiuti. Ora però, oltre la Procura, si dovrà esprimere anche il Tribunale amministrativo di Napoli, in merito alla revoca dell’Aia alla Daneco Impianti da parte della Regione Campania.