di Andrea Pellegrino
CAVA DE’ TIRRENI. Esclusa la lottizzazione abusiva, fallita la società “Califano e Panico”, e stabilito che la vendita è stata legittima, l’ex Cofima pare resti sul groppone del Comune di Cava de’ Tirreni. Ora l’amministrazione comunale avrà novanta giorni di tempo per decidere se accettare o meno quanto stabilito nel corso dell’udienza del 30 settembre scorso: ossia abbandonare o meno il giudizio contro l’acquisto dell’ex Cofima. Se dovesse accettare e, quindi, rinunciare al giudizio, il Comune di Cava de’ Tirreni dovrà pagare anche le spese legali. Così oltre al mutuo, ora l’Ente metelliano si dovrà far carico di ulteriori spese nonché di una esposizione nei confronti di eventuali richieste di risarcimento danni. Oltre che, ancora, di un immobile sostanzialmente di difficile utilizzo o vendita. Contro la tesi del Comune di Cava de’ Tirreni, sostenuta dalla precedente amministrazione a guida Marco Galdi, ci sarebbe la relazione del Ctu che ha, tra l’altro escluso, «contrariamente a quanto sostenuto dall’Ente che le difformità urbanistiche – edilizie non sia suscettibili di sanatoria». Ipotesi di lottizzazione abusiva esclusa anche dal Tar di Salerno che avrebbe portato il giudice delegato a «non individuare profili di illecito nella vendita effettuata in sede giudiziale dal Tribunale di Salerno, sezione fallimentare, al Comune di Cava de’ Tirreni con il decreto di trasferimento emesso il 18 maggio 2011». Insomma all’orizzonte non si intravede nessuna restituzione delle somme già sborsate dal Comune di Cava de’ Tirreni. L’ex Cofima resterà di proprietà comunale, così come tutte le spese ad essa collegata.