Clan e Cilento, i segreti dei tecnici - Le Cronache Ultimora
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Clan e Cilento, i segreti dei tecnici

Clan e Cilento, i segreti dei tecnici

Di Antonio Manzo

I segreti dei giudici che assistono ai passaggi di alberghi, ville, nelle mani dei boss del Cilento li conoscono i tecnici, dai commercialisti agli ingegneri. Se un magistrato volenteroso a Vallo della Lucania, senza alcun intento inquisitorio ma solo conoscitivo, volesse  capire i meccanismi fraudolenti dei clan della camorra che riciclano capitali sporchi in alberghi, ville, immobili, potrebbe presentarsi il 4 giugno prossimo al corso di alta formazione per la conferma dell’iscrizione nell’elenco dei professionisti delegati alle vendite  immobiliari e fallimentari. Cioè a quei professionisti avvocati, ingegneri e commercialisti del circondario dello stesso tribunale di Vallo della Lucania che operano nelle esecuzioni forzate, nelle procedure concorsuali, nelle crisi di impresa e di insolvenza. Si sono riuniti in associazione. Hanno sede a Torchiara paese noto del Cilento. In pratica, quei professionisti a stretto contatto dei giudici civili che hanno in mano il destino di aziende e persone sulla via del fallimento. Associazione di custodi giudiziari e curatori fallimentari  che prendono nelle grinfie gli esecutati che e volte finiscono di fronte a  giudici alle prime armi che fanno statistica per la velocità con cui chiudono le procedure con tanto di cappello della legalità. Custodi ed esecutori insieme, un’associazione di vampiri? O i becchini dei fallimenti? Camaleonti dei fallimenti tra incarichi di uffici legali delle banche creditrici e consulenze nei giudizi civili? La fantasia porta a tutto in casi del tribunale di Vallo della Lucania, e non solo, dove ci fu anche il caso di un pubblico ministero che prima pubblicamente parlò della presenza dei clan nel Cilento e poi archiviò una denuncia sul tema della criminalità e il riciclaggio di danaro sporco nelle procedure esecutive immobiliari del Tribunale di Vallo della Lucania. A partire da Marina di Camerota dove la struttura turistico-alberghiera della “Arco Iris sas” – rilevata per euro. 1.001.111,00 dalla ‘Vale srl  e il ristorante-albergo ‘Acquario’, rilevata per euro 620.000,00 dalla ‘Vera Marina Resort s.r.l.”. Affari puliti, non c’è dubbio, che potrebbero rientrare in un supplemento di indagini per il probabile riciclaggio di danaro della camorra a mezzo di prestanomi, agevolati dalla trattazione del Giudice dell’ Esecuzione che ha svenduto gli immobili e dei Pubblici Ministeri e Gip di Vallo della Lucania che hanno archiviato le denunce degli esecutati. In una circostanziata denuncia fu ipotizzate perfino la collusione di un noto commercialista quale del custode giudiziario e delegato alla vendita nella svendita della struttura della Arco Iris sas’, che poi diede vita al faraonico progetto turistico-alberghiero Kamarina con contestuale cessione dal Comune non proprietario di metri quadri 121,90 di demanio marittimo.

Il sostituto procuratore di Vallo della Lucania in convegno sulla legalità del 2018 segnalò che “il Cilento era intenzionato dalla camorra…nel settore turistico alberghiero, e il fenomeno diventava sempre più importante ed evidente. Qui le grandi organizzazioni camorristiche investono ricchezze di provenienza illecita. I campanelli di allarme sono dati dall’acquisizione di beni da soggetti che non avrebbero disponibilità economiche importanti per rilevare determinati beni e strutture turistiche”. Subito dopo lo stesso pm richiese l’archiviazione della denuncia contro la ‘Vale srl’ ed il noto commercialista, dopo avere stralciato e trasmesso per competenza al pubblico ministero di Napoli  gli accertamenti bancari sull’ingente somma utilizzata per l’acquisto, per l’ipotesi di reato di infedele dichiarazione. Nelle indagini preliminari effettuate dal Gico della Guardia di Finanza sulla ‘Vale srl’ e suo legale rappresentante accertarono l’incapacità economica e l’assenza di mutuo per l’acquisto dell’immobile.

Inoltre, l’imponente progetto Kamarina fu approvato con favorevole relazione di un architetto, già beneficiaria di illegittimo trasferimento dal Comune di Aquara a quello di Camerota.

Questi elementi potrebbero indurre la procura di Napoli a rivisitare le denunce archiviate considerata la presenza del noto commercialista nelle procedure delle vendite nell’area cilentana dopo avere introitato  ingenti somme dalle due società acquirenti, senza alcuna comunicazione come per legge alla Banca d’Italia. Ci sono commercialisti che oltre ai molteplici incarichi ricevuti dai giudici esecutori di Vallo della Lucania pur se consulenti di banche creditrici hanno ottenuto incarichi a curatore fallimentare o custodi giudiziari-delegati alla vendita nelle più importanti procedure fallimentari ed esecutive-immobiliari della Provincia di Salerno (pastificio Antonio Amato. Nuova Santa Rosa, Alvi e Cavamarket, Cstp di Salerno. Salernitana calcio etc.), nonché archiviazioni dei vari reati denunciati come da loro commessi. L’ombra di un presunto comitato di affari si staglia all’orizzonte nel mondo dell’infiltrazione dei clan della camorra, con la compiacenza di professionisti di rango, nella gestione di vendite immobiliari e fallimenti nell’area del Cilento e a Salerno città.

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