Strade fantasma, un’udienza passata quasi inosservata per un processo che prometteva molto e ora va avanti con la forza di inerzia. Ieri in aula la mente, Giovanni Citarella, imprenditore e ex patron della Nocerina, vero fulcro dell’inchiesta che ha visto coinvolto anche il cugino Gennaro. Il super teste della èrpcura nel processo ghost road ha ripercorso l’intera vicenda Del “Sistema appalti” che vigeva in Provincia gli permetteva di accaparrarsi i lavori stradali o di affidarli a ditte che facevano parte del proprio “cartello”. A escogitarlo fu Rino Citarella, che fu chiamato in causa dal cugino Giovanni. Il sistema permetteva di pilotare gli appalti attraverso il calcolo del ribasso. Per assicurarsi la vittoria delle gare indette dalla Provincia, la cordata di ditte – tutte gestite dai Citarella– contava sulla complicità e le imbeccate dei funzionari di Palazzo Sant’Agostino. Una complicità che ieri è stata confermata in Aula. Rispetto però alle dichiarazioni rese in fase di interrogatorio a sommarie informazioni nell’aula della cittadella giudiziaria non è stato mai nominato l’ex assessore provinciale Franco Alfieri. Per cui le deposizioni hanno riguardato i funzionari della Provincia che – secondo i pm – segnalavano in anticipo le offerte di alcuni concorrenti ai Citarella e agli imprenditori a loro vicini. Strade fantasma, quella più nota è la Celso – Casalvelino. La vicenda venne fuori dopo le denunce di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore poi ucciso drammaticamente.
Solo pochi mesi prima dell’uccisione, il sindaco pescatore venne ascoltato dagli inquirenti. Le lettere erano state acquisite dall’amministrazione provinciale, passata intanto sotto la guida Cirielli che istitui?anche una commissione d’inchiesta interna. Ora siamo all’ennesima udienza, la prossima a giugno. Ma tutto sembra essere caduto nel dimenticatoio.