Arriva a Salerno questa sera, alle ore 21, al Centro sociale “R.Cantarella” e domani a Napoli al Teatro Nuovo, l’ultima produzione di MMCompany, la giovane compagnia di danza guidata dal pluripremiato coreografo Michele Merola, “Cinque canti”, cinque coreografie firmate da lui e da altri quattro colleghi, scelti con cura tra le esperienze emergenti della danza contemporanea.
Il tema è l’amore, trattato da diverse prospettive dagli autori con tempi e modalità differenti ed un’incursione nel passato di prestigio tratto da “Fluke” del genio svedese di Mats Ek, pezzo dal forte coinvolgimento emotivo, dal tratto gestuale personalissimo, sintetico ed espressivo, spesso grottesco, ironico e carico di energia, su musiche del quartetto svedese Fläskkvartetten.“La creazione per “Cinque Canti” dello stesso Michele Merola su musiche di J. Cage e W.Basinski è invece-come recensisce Lula Abicca su Fourmagazine- uno studio interessante di intrecci e contatti, e regge la tensione di un gioco di seduzione sottile in cui l’eleganza rallentata di sensualità danzata vela di grazia l’eros più esplicito e disinvolto. Più leggero ma ugualmente efficace, il lavoro “Parafernalia”, di Karl Alfred Schreiner e Emanuele Soavi, il primo attualmente direttore del Balletto dello Staatstheater am Gärtnerplatz di Monaco di Baviera, il secondo danzatore e coreografo ferrarese residente a Colonia. “Parafernalia” mette in scena una contesa lieve tra personaggi bizzarri che ribaltano in maniera inattesa le ovvietà del reale, ironico sguardo su avidità e possesso, su musica di Bick e Vivaldi, ricomposto da Max Richter. Compiuta e chiara, la creazione per “Cinque Canti” di Enrico Morelli, rivela la profonda sensibilità musicale e il trasparente rigore gestuale del coreografo. Volti e anime, alternatamente illuminati da una flebile luce, si agganciano all’ultima speranza d’amore tra aridità di cuore e paura del buio. Bellissimi i movimenti di gruppo in un contrappunto travolgente di dinamiche e sguardi, sulle musiche di Ars Nova Copenhagen, B.Frost e H.Guldnadottir. Chiude l’intensità appassionata e dolorosa di Emanuele Soavi in un estratto da OFFillusION su musica di G.F.Haendel. Ritrosa e scostante, una giovane amante dominerà le tentazioni di una resa amorosa impossibile tra desiderio e repulsione, vicinanza e fuga, odio e amore”. In ogni istante pare che nasca o finisca una storia, corpi danzanti che si cercano, si incontrano, si rifiutano e poi si cercano ancora, rifiutando la strada della banalità seduttiva, facile e scontata, per percorrere invece l’aspetto più introspettivo e personale del tema amoroso. Una pièce elegante, un flusso ininterrotto emozionale di grande intensità gestuale, interpretato dai bravissimi danzatori della MMCompany. Cinque coreografie, quindi, un unico pretesto letterario: l’amore. Come in un plot ben congegnato questi elementi costituiscono mezzo, occasione e movente per un lavoro che rifiuta ogni facile alibi seduttivo per lasciarsi condurre dal tema amoroso declinato nei suoi aspetti più introspettivi.Tutto sembra accadere in un unico momento evocato da luoghi diversi, metafora di un amore che abbraccia e consuma la vita. E poco importa se i cinque coreografi qui impegnati vengono da esperienze diverse e a volte lontane. I loro registri compositivi dialogano regalandosi l’uno all’altro. Pezzi inediti ed altri rimontati per l’occasione costruiscono un unicum coerente proponendo una lettura dell’amore tutta giocata tra sincerità e artificio. Diceva Calvino che nei poemi ariosteschi c’è un trabocchetto, un vortice che inghiotte i personaggi uno ad uno. La danza in questo spettacolo sembra avere il potere di accelerare questo processo fin quasi ad esserne il catalizzatore.
Olga Chieffi