Cilento e proskỳnesis, la genuflessione della politica locale - Le Cronache
Editoriale Agropoli Provincia

Cilento e proskỳnesis, la genuflessione della politica locale

Cilento e proskỳnesis, la genuflessione della politica locale

di Arturo Calabrese

Termine greco che indica l’atto e l’usanza di adorare mediante la prostrazione davanti alla sovranità e al sovrano. Era usanza diffusa nelle antiche corti orientali, dove il monarca si riteneva di origine divina. Recita così la Treccani per definire la “proskỳnesis” e cioè la genuflessione. L’antica e valida enciclopedia non può sapere che tale atto è a tutt’oggi molto presente nel Cilento e viene perpetrato in particolare dai piccoli amministratori locali nei confronti di un “capo” individuato come tale. Ciò avviene in particolare sui social network, dove l’amministratore si lancia in grandi elogi verso qualcuno di più grande, un presidente, un sindaco  o un governatore a caso (cariche che spesso vengono graficamente rese, con buona pace della grammatica, con una bella lettera maiuscola). Per dimostrare la propria fedeltà, si deve scrivere un post in cui si ringrazia “Lui” per l’attenzione, per la vicinanza, per lo sforzo, per l’abnegazione, per l’amore, per il lavoro e via discorrendo.

Capita, dunque, che quando la Provincia di Salerno finalmente stanzia i soldi per mettere in sicurezza una strada ci sia un consigliere provinciale che si lancia in ringraziamenti, dimenticando che quella strada attendeva i lavori da oltre sette anni e che i disagi che si sono creati sono stati enormi. Il consigliere provinciale si inginocchia e rende omaggio, ma dimentica che gli utenti rischiano la vita ogni giorno attraversando quel tratto, dimentica che c’è chi la vita l’ha persa. La più grande dimenticanza, però, è che lo stanziamento di fondi da parte di un ente è un atto dovuto, è il rispetto di un diritto sancito dalla Costituzione. La Provincia deve stanziare i fondi, deve mettere in sicurezza, deve rendere fruibile totalmente una strada e non lo fa perché, come scrive il solerte consigliere, il presidente “tiene al territorio” o ama “il nostro Cilento”. Il presidente lo fa perché deve, perché rappresenta un’istituzione pubblica super partes. E dunque, questo prostrarsi a terra in segno di riconoscenza comincia ad essere stucchevole e a divenire l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini.

Determinate parole non possono più essere sopportate perché non si può ringraziare un ente per aver fatto il proprio dovere in netto ritardo. Ad Agropoli, ad esempio, la Sp 184 sarà messa in sicurezza dopo cinque anni solo nel mese di ottobre e dunque lasciando dei massi di contenimento su una via trafficata per un’altra estate. C’è da ringraziare? Non credo. C’è da prostrarsi? Nemmeno. Quando Alessandro Magno volle imporre ai suoi sottoposti la proskỳnesis le cose iniziarono ad andare molto male. E la storia, si sa, è maestra di vita. Ci sarebbe da riflettere, e anche tanto. Oppure, ben più importante, la classe politica locale dovrebbe fare in modo che gli enti si attivino entro poco tempo per risolvere una questione. Nemmeno in quel caso, giusto sottolinearlo, si dovrà ringraziare il presidente del momento perché ha fatto semplicemente metà del suo dovere.