
Di Olga Chieffi
I borghi hanno un fascino particolarissimo, sono pieni di vissuti antichi e a volte vuoti d’abitanti. C’è un gran da fare per rendere loro giustizia e dare alle nuove generazioni una possibilità di riscoprirli nelle loro memorie più antiche, nei loro spazi più belli e intensi. Così si è iniziato a cercare, sognare e a rivolgerci a qualcosa di ben diverso, nuovi luoghi in cui poter fuggire, sempre più spesso e magari per periodi più lunghi, posti in cui germinare e far crescere i propri semi, ritrovando e seguendo i nostri ritmi. Riscoprire questi luoghi arcaici, capaci di riallacciare una connessione profonda con il territorio e le origini della nostra cultura, ci fa stare bene, come se guarisse una ferita. Vivere anche solo per un giorno immersi in un’atmosfera che si sfila dal ritmo incalzante che ci domina, lontana da tutto ciò che ci esaspera degli ambienti antropizzati, ci ristabilisce. D’altronde, non è un segreto che la nostra società sia in crisi. Abbiamo urgente bisogno di seguire altri tempi, altre tecniche, perché le nostre non sono più sostenibili, e questo ormai appare chiaro a tutte le scale di indagine, dal genere umano nella sua totalità, ai singoli individui che lo compongono, fino a toccare tutte le altre specie, il nostro e i loro habitat, così come l’equilibrio chimico ed elementale del pianeta stesso. Tutto questo lo si potrà fare seguendo il percorso artistico tracciato da CilentArt, un festival che include un po’ tutte le muse, facendole danzare, suonare, recitare coi luoghi segreti di otto comuni da Perito a San Giovanni a Piro, da Capaccio Paestum a Omignano fino a Moio della Civitella, Trentinara e Gioi. Ieri mattina, la presentazione a Palazzo Sant’Agostino del variegato programma, ideato da Alfredo Balsamo e Vittorio Stasi, che si svolgerà dal 30 luglio al 13 agosto. Termini quali dialogo, resistenza, resilienza, esperienza, formazione, emozione, hanno legato gli interventi dei diversi interventi da Ferdinando Palazzo, sindaco di San Giovanni a Piro, ieri ospite di Pasquale Sorrentino, con delega al Turismo e Finanze dell’amministrazione provinciale, dell’Assessore Roberto Apicella del comune di Agropoli, di Antonello Marcelli, vicesindaco del comune di Perito, il quale ha diviso gli eventi tra il palazzo marchesale di Ostigliano, mentre sta venendo alla luce una antica fontana con tutte le sue leggende, e ancora la rivoluzione culturale che si tenta a Gioi con il vicesindaco Antonio Palladino, la terrazza dell’amore della debuttante Trentinara raccontata dal delegato del sindaco Roberto Paolantonio. Al centro di questa edizione ci sono nomi che rappresentano il meglio della scena culturale italiana e internazionale. Il grande teatro civile di Stefano Massini sarà protagonista con due spettacoli: L’alfabeto delle emozioni e La ricerca della felicità, due viaggi narrativi che attraversano l’animo umano con intelligenza e passione. Tra i grandi ospiti anche il premio Oscar Nicola Piovani, che guiderà il pubblico in un dialogo tra parola e melodia con il suo Note a margine, concerto-racconto che è già storia del nostro tempo. Emma Dante, voce imprescindibile del teatro europeo, porterà in scena Il tango delle capinere, struggente opera visiva e teatrale in cui l’amore e la memoria danzano in un eterno carillon. La danza sarà affidata a Roberto Zappalà, uno dei coreografi italiani più acclamati, con Corpi liturgici, primo studio coreografico che riflette sulla sacralità del gesto. Da Nantes, la compagnia francese David Rolland Chorégraphies proporrà Donne-moi la main (Happy Manif), performance itinerante e coinvolgente, da vivere in movimento, con le cuffie, camminando, ascoltando, danzando. La compagnia Komoko, guidata dalla coreografa Sofia Nappi, porterà in scena The Fridas, un duetto ispirato al dipinto Le due Frida di Frida Kahlo. La musica attraverserà il festival con momenti di straordinaria intensità. Enzo Avitabile e Peppe Servillo, in Duet, daranno vita a un concerto acustico in cui la musica popolare incontra il jazz, la poesia e il ritmo del sud. Luca Barbarossa sarà protagonista di Racconti sonori, concerto confidenziale e narrativo, in cui la musica si intreccia alla vita. Gnut, tra le voci più poetiche e riconoscibili della canzone napoletana contemporanea, con il nuovo progetto Luntano ‘a te Tour, ci condurrà in un viaggio musicale che è anche un ritorno alle sue radici. “L’aurora di bianco vestita/Già l’uscio dischiude al gran sol;/Di già con le rosee sue dita/Carezza de’ fiori lo stuol!” e a colorare le prime luci del giorno, tre concerti all’alba con Erica Mou, Casadilego e Emanuele Colandrea, che accompagneranno il sorgere del sole con parole sussurrate e melodie che sanno di silenzio e orizzonte, ma se ci si guarderà d’intorno su qualche panchine si potranno trovare anche gli amministratori addormentati per aver fatto la notte e far sì che tutto sia pronto per il pubblico. Il festival sarà anche spazio di formazione, creazione e sperimentazione. Due residenze artistiche daranno forma a nuove visioni: Al di sotto del vero, con Lucrezia Guidone e Ivan Alovisio, e Schiudere, con la compagnia VicoQuartoMazzini, compagnia che nel 2024, con il suo ultimo spettacolo La Ferocia, tratto dal romanzo Premio Strega e Premio Campiello di Nicola Lagioia, ha vinto 4 Premi Ubu. L’installazione Arthropoda di Maddalena Parise e Lacasadargilla aprirà il festival con una riflessione poetica sulla fragilità del nostro ecosistema. Un lavoro firmato da una delle realtà più visionarie e riconosciute del teatro contemporaneo italiano, recentemente premiata ai Premi Ubu 2023 per la Miglior regia e il Miglior spettacolo con Anatomia di un suicidio, e già vincitrice nel 2019 per When the Rain Stops Falling. La loro presenza conferma la vocazione del festival a intrecciare linguaggi, ricerca e pensiero scenico di alto profilo, mentre il Terzo Segreto di Satira rileggerà con ironia l’epica omerica in Iliade Open Mic. Ancora teatro con nomi d’eccellenza. Valerio Aprea, con Lapocalisse, porterà in scena una serie di monologhi scritti per lui da Marco Dambrosio, in arte Makkox. Matthias Martelli ci condurrà tra le pagine della grande letteratura italiana con Il suono delle pagine e Mario Perrotta con il suo Nel Blu regalerà un omaggio intimo e personale a Domenico Modugno. Emanuele Aldrovandi, con lo spettacolo-gioco Dieci modi per morire felice, offrirà agli spettatori la possibilità di sperimentare una nuova vita, dalla nascita alla morte, compiendo scelte che influenzano l’andamento dello spettacolo, con un solo obiettivo: morire felici. Ci sarà il teatro itinerante con Baccanalia della Compagnia La Mansarda, un brindisi tra Dioniso e le radici contadine del sud. A chiudere il festival, una performance che guarda al futuro del pianeta: ORA – The Limits of the Planet, opera visiva e sonora del collettivo Imaginarium, realizzata in collaborazione con l’Ente Spaziale Europeo, l’Agenzia Spaziale Italiana, l’European Gravitational Observatory e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Un viaggio tra videomapping e suono che racconta i limiti ambientali che l’umanità non può più ignorare. L’ invito è a rompere il guscio d’isolamento, che non è materiale, ma una volontaria reclusione dell’io. Per uscire da questo guscio lo si può fare vivendo intensamente questi momenti, lo si può fare con le arti, con il loro segno iridescente, dal significato implicito, ma mai convenzionalmente fissato: il suo riferimento mai esplicito e predeterminato la cui caratteristica è l’espressività, l’incanto, emozione, vertigine, eros, vissuti e “giuocati” agli estremi, senza via intermedie.