Di Antonio Manzo
La scala di acciaio che ha deturpato la Certosa di Padula sarà rimossa. Anzi, sarà rimontata se proprio dovesse essere utili per eventi eccezionali. Se proprio dovesse servire una metafora per il ministero dei beni culturali allo sbando, l’Italia potrebbe cercarla nella storia della scala-scempio che ha deturpato le mura storiche della certosa di Padula. È la decisone assunta dal direttore dei musei italiani, Massimo Osanna, inaspettato terzista dello scempio italiano sui beni culturali che si consuma nella millenaria Certosa di Padula. Cioè il terzista Osanna non sceglie: da una parte intende smontare la scala perché la giudica un obbrobrio ma si dice anche pronto qualora la Certosa dovesse far posto ad un evento eccezionale. Quale potrebbe essere, ad esempio, eccezionale la presunta ed ipotetica nuova sede del Castello delle Cerimonie, visto che la frequenza continua di matrimoni celebrati dai neomelodici napoletani potrebbe trovare una sede. E quale potrebbe essere l’evento eccezionale da giustificare una scala di acciaio? Ospitare il Castello sfrattato a Sant’Antonio abate potrebbe essere una ragione rimettere in piedi la scala di acciaio, costata milioni di euro, che verrebbe smontata e rimontata? E chi paga la scala-mostro, ancora neppure collaudata forse la Corte dei Conti? La scala mostro che deturpa la Certosa è stata realizzata con fondi europei per il recupero e la fruizione innovativa (ti pare che potesse mancare un termine cool) per la fruizione del sito e per uno sviluppo sostenibile (ancora) del territorio di riferimento. Ma al ministero della cultura fanno sapere che sarà rimontata quando sarà necessario per lo svolgimento di particolari eventi. C’è da restare basiti per la comunicazione del direttore generale dei Musei italiani, professore Massimo Osanna già braccio destro operativo dell’ex ministro Sangiuliano e ora del successore Alessandro Giuli. Il neo ministro della cultura Alessandro Giuli che è un giornalista prossimo alla laurea in filosofia conosce bene il linguaggio teorico teorico che non assolve la retorica alla moda della fruizione innovativa per lo sviluppo sostenibile. Giuli che è abituato anche al pragmatismo logico non riuscirebbe a spiegare questo linguaggio. Sarebbe come prestare la spettacolarità linguistica per “narrare” lo scempio della scala-mostro. In poche parole, la scala obbrobrio della Cerosa sarà abbattuta ma anche rimontata. Non è una barzelletta da gioco del meccano per bambini, è la decisone massa su carta e firmata dal direttore generale dei musei italiani. Massimo Osanna. Scongiurato il pericolo di un manager privato al quale affidare la Certosa, pericolo evitato nonostante il silenzio degli amministratori locali che aspettavano il ministro per il turismo Santanchè che non ha voluto prestare la sua figura e il suo consenso ad una innaturale proposta per un millenario museo italiano. Poche sere fa la Certosa di Padula il Caffè delle Cinque ha delimitato i confini tra spazio e musica per farli dissolvere con una energia di musica che ha vibrato con decibel non sostenibili. E così mentre tutti si disinteressano di quel che accade nella Certosa di Padula c’è ora la corsa per eventi eccezionali. Il primo potrebbe essere la nuova sede per lo sfrattato Castello delle cerimonie. Donna Imma e Matteo garantiscono anche la tv e i faraonici matrimoni con tanto di cantanti neomelodici. Tanto sarebbe una nuova tappa del recupero di siti storici nel Cilento distratto.