di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. «Aiutate anche i battipagliesi!», scrive qualcuno, rivolgendosi immaginariamente all’amministrazione comunale; «Andate a casa vostra!», afferma qualcun altro, stavolta riferendosi agli immigrati; molto più salviniano, invece, un altro battipagliese, che scrive: «se solo vi permetterete di creare un centro per immigrati a Battipaglia, facendo morire le famiglie italiane bisognose, ci armeremo di ruspe e escavatori e lo butteremo giù con tutti gli occupanti dentro». Dando un’occhiata a volo d’uccello ai profili Facebook dei cittadini, oppure ascoltando le reazioni dei lettori dei quotidiani locali, si comprende rapidamente che la notizia dell’apertura di un centro polifunzionale per immigrati al civico 33 di via Leopardi, nel cuore del quartiere Sant’Anna, in un locale confiscato alla criminalità organizzata, non desta affatto l’entusiasmo del popolo battipagliese.
Eppure è da un bel po’ di tempo che si parla del progetto “Passepartout”, che quindi non dovrebbe essere affatto una sorpresa: già nel 2010, infatti, l’amministrazione Santomauro, attraverso l’ex assessore alle politiche sociali, Francesco Della Corte, lottò strenuamente per ottenere i fondi per la realizzazione del centro per immigrati. Alla fine, arrivarono 80.482,69 euro dal PON “Sicurezza per lo sviluppo”. Nel 2012, poi, la “Multiservice 2000 srl”, azienda di Nocera Superiore, si aggiudicò l’appalto temporaneo per la ristrutturazione dell’edificio con un ribasso del 29% a fronte della base d’asta di 35mila euro.
Ora, a timonare il progetto ci sarà Oreste Pignatari, per sei anni dirigente dell’azienda speciale “Ferrara-Pignatelli” fino allo scorso mese di agosto, quando al dipendente del Settore Politiche Sociali fu sottratto l’incarico.
Di più, però, non si saprà fino alle 10:30 di domattina, quando, all’interno della Sala della Giunta Comunale, la dirigente del Settore, Anna Pannullo, incontrerà tutte le associazioni cittadine del terzo settore che vantano esperienza a proposito di immigrati e la stampa per discutere del progetto. Da domani, poi, ci saranno solo sette giorni di tempo – il limite è venerdì 20 marzo – per proporre qualcosa a riguardo.
Enrico Farina, battipagliese pentastellato candidato all’assise consiliare della Regione Campania, ha detto la sua sull’argomento: « Non sono contrario alle politiche d’Immigrazione, se realizzate al fine di favorire una positiva integrazione degli stranieri regolari e rispettosi delle nostre leggi, ma non trovo assolutamente opportuno che, in questo periodo di crisi economica, occupazione e sociale, vengano investite ingenti risorse per la realizzazione, in Provincia di Salerno, dell’ennesimo Centro per Immigrati, piuttosto che investire le energie istituzionali per attrarre Fondi europei utili alla rinascita economica delle nostra Area Industriale».
Puntuale, naturalmente, il riferimento alla cupa situazione che attanaglia in queste ore i lavoratori della Fer.Gom: «come potremo integrare ed offrire gli immigrati se non riusciamo a soddisfare le esigenze primarie che vivono i nostri concittadini? Paragonare i tre sacchi a pelo che la Protezione civile ha concesso ieri ai lavoratori della Fergom agli 80 mila € che verranno investiti per creare il centro è uno schiaffo sul volto delle famiglie battipagliesi provate e afflitte dalla crisi».