Cava. La Rete di Trieste per una “buona politica”. - Le Cronache Provincia
Provincia Cava dè Tirreni

Cava. La Rete di Trieste per una “buona politica”.

Cava. La Rete di Trieste per una “buona politica”.

Cava de’ Tirreni ha accolto, con una grande partecipazione in presenza e da remoto, nell’Aula Consiliare del Palazzo di Città, una tappa fondamentale del cammino intrapreso dalla Rete di Trieste, che raccoglie circa 1.500 amministratori italiani di ispirazione cattolica. La manifestazione di presentazione della Rete per la Provincia di Salerno – che ha visto la partecipazione di autorevoli personalità del mondo politico, istituzionale, ecclesiastico ed accademico – ha saputo incarnare l’urgenza di una rinascita democratica, il desiderio di una nuova e buona politica, di un’etica pubblica rigenerata e l’aspirazione a promuovere una cittadinanza attiva.

 

La Rete di Trieste, nata nel febbraio scorso a seguito dell’impegno condiviso all’indomani della 50ma Settimana Sociale dei Cattolici (tenutasi a Trieste nel luglio 2024), riunisce, come si diceva, oltre un migliaio di amministratori provenienti da tutte le Regioni italiane, di varia estrazione e appartenenza politica ma uniti da un comune riconoscimento nei valori del cattolicesimo democratico e sociale e da una radicata convinzione della necessità di un rinnovato impegno civile e politico dei cattolici italiani per rilanciare la partecipazione democratica e ridare nuovo slancio alla vita delle istituzioni. Azione di rilancio, questa, che gode di particolare attenzione da parte della Conferenza Episcopale Italiana e delle Conferenze Episcopali Regionali.

 

A coordinare l’iniziativa, il prof. Armando Lamberti – Referente della Rete per il territorio salernitano e Consigliere delegato alla Cultura del Comune di Cava de’ Tirreni, nonché Ordinario di Diritto costituzionale e pubblico nell’Università degli Studi di Salerno —, il quale ha guidato con autorevolezza un confronto elevato, capace di tenere insieme riflessione politica, concretezza amministrativa e tensione civile. La sua relazione di sintesi, densa e appassionata, ha chiamato tutti i presenti ad avvertire l’urgenza della responsabilità, parola-chiave nella dottrina sociale della Chiesa cattolica, come condizione essenziale per ricostruire il legame fra rappresentanza politica e cittadinanza.

 

Ad aprire i lavori, i saluti istituzionali del Sindaco Vincenzo Servalli, della dott.ssa Giuseppina Di Donna, Consigliere Comunale di Torre del Greco e componente del Coordinamento nazionale della Rete, e del prof. Alfonso Barbarisi, Presidente dell’Associazione Italiana Docenti Universitari e membro fondatore di “Insieme”. Il prof. Barbarisi, in particolare, ha sottolineato a più riprese l’esigenza di una riaggregazione del mondo cattolico: la consapevolezza delle difficoltà del percorso dimostra, in realtà, l’urgenza e l’indifferibilità di una “sfida” che deve essere accolta con senso di responsabilità.

 

L’evento ha goduto del sostegno della Conferenza Episcopale Campana, presieduta da Mons. Antonio Di Donna, Vescovo di Acerra, e dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni, nella persona dell’Arcivescovo Mons. Orazio Soricelli (che ha particolarmente apprezzato il valore sociale ed etico-politico dell’iniziativa, sottolineandone l’importanza per la comunità cavense), del Vescovo ausiliare di Napoli, mons. Francesco Beneduce e dell’Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, mons. Francesco Alfano. La manifestazione ha beneficiato altresì del patrocinio del Comune di Cava de’ Tirreni e dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni.

 

Immediato e sentito l’omaggio ad un territorio che si fa ponte fra comunità e progetto, fra idealità e concretezza. L’introduzione del prof. Francesco Russo, Portavoce Nazionale della Rete e Vice Presidente del Consiglio Regionale del Friuli-Venezia Giulia, ha dato slancio al dibattito, testimoniando l’urgenza di riscoprire i valori del cattolicesimo democratico e sociale nell’epoca contemporanea e restituendo ai cattolici il compito di essere lievito nella pasta della vita pubblica. Comune l’apprezzamento, nella platea, per l’impegno profuso dal prof. Russo e da tutto il Coordinamento Nazionale per questo tentativo – difficile ma avvertito come indifferibili – di riaggregazione dei cattolici italiani: non, si badi, come ha chiarito puntualmente lo stesso Russo, per costruire un nuovo partito, quanto piuttosto per attivare una “rete” trasversale ai vari partiti e movimenti politici, in grado di ricostruire un diffuso impegno civile “dal basso” e “da dentro”, valorizzando il lavoro degli amministratori locali e il loro contatto diretto con i territori e con le relative istanze sociali.

 

Analogo l’auspicio dell’on. Paolo Ciani, Vice Capogruppo del Partito Democratico alla Camera dei Deputati, da tempo impegnato nel complesso processo di ricomposizione dell’area cattolica. L’on. Ciani, che ha manifestato fiducia nei confronti di questo tentativo, seguendolo con attenzione sin dall’incontro romano, ha sostenuto l’esigenza di un ampio coinvolgimento e dell’impegno di tutti. Un percorso, questo, che, nella prospettiva dell’on. Ciani, non può prescindere da una accurata valorizzazione dell’esperienza dell’associazionismo cattolico e dalla condivisione di profonde istanze sociali e pacifiste, specie in tempi di guerre e di crescenti fragilità e sacche di emarginazione.

 

Gli interventi susseguitisi hanno scandagliato i cinque assi programmatici della Rete: la valorizzazione dei giovani come linfa vitale della democrazia (Don Mario Masullo e avv. Cristoforo Senatore) ; il rilancio della partecipazione e il ruolo del Sud nella Rete (prof. Luigi Gravagnuolo); la transizione ecologica intesa come rivoluzione culturale e antropologica (dott. Gianluca Perna) ; il welfare generativo ed inclusivo quale strumento di coesione e riscatto (prof. Gennaro Iorio); la valorizzazione delle aree interne come risposta strutturale alla marginalizzazione territoriale e la tutela del territorio come dovere intergenerazionale (dott. Giovambattista Tancredi).

 

In particolare, il prof. Gennaro Iorio, Ordinario di Sociologia e Consigliere di Amministrazione dell’Università degli Studi di Salerno, ha sottolineato altresì l’importanza degli Atenei nella costruzione di un’etica pubblica condivisa e nel promuovere un dialogo proficuo e costante con i territori di riferimento. Quanto al tema del welfare generativo, uno dei pilastri programmatici della Rete, il prof. Iorio osserva che esso nasce dai limiti di una visione lib-lab, ovvero dal mettere al centro solo gli individui (liberali) o solo le strutture sociali (laburista): occorre, semmai, riconoscere il valore della relazione che in sé è un bene, mettendo al centro le esigenze della persona e, per l’appunto, la sua naturale relazionalità, che dà sostanza alla democrazia.

 

Particolarmente apprezzato l’intervento dell’on. Lorenzo Dellai (già Presidente della Provincia Autonoma di Trento), il quale, forte della sua lunga esperienza nelle autonomie locali, ha richiamato l’urgenza di riforme che restituiscano dignità al governo territoriale. Dignità, questa, che il pensiero politico cattolico, da don Luigi Sturzo ad Alcide De Gasperi a Gaspare Ambrosini (Costituente tra i Padri del regionalismo italiano) ha sempre valorizzato con grande profondità. “Nella stagione della sfiducia, dell’individualismo e della crisi di carisma della democrazia” – ha precisato l’on. Dellai – “i Vescovi italiani hanno esortato i cattolici ad una nuova stagione di  consapevolezza e di impegno sociale e politico. La Rete di Trieste ha accolto questa esortazione e la sta portando avanti, al di fuori di ogni appartenenza di parte, con molte occasioni di incontro tra amministratori locali di ispirazione cristiana. Cava dei Tirreni è stata una tappa importante di questa stagione di costruzione politica dal basso di quel ‘nuovo umanesimo’ evocato spesso da Papa Francesco ed ora da Papa Leone XIV”. Di qui la necessità, secondo Dellai, di rilanciare il valore delle Autonomie Locali, intese anche come cifra di libertà e di responsabilità delle persone, e di un “popolarismo” politico che sappia colmare il grande vuoto di rappresentanza dei tempi odierni.

 

Nella sezione “Testimonianze”, è intervenuto anche il dott. Alessio Cammarano, già Presidente dell’Azione Cattolica dell’Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni, il quale, in maniera appassionata, ha riflettuto, evocando i testi sacri, sull’impegno politico alla luce della Dottrina sociale della Chiesa, offrendo uno sguardo profondo sull’intreccio tra fede e azione civile.

 

Il clima dell’incontro, elevato e partecipe, ha dato voce ad un desiderio collettivo di rigenerazione. Il pubblico, composto da cittadini, giovani, docenti, rappresentanti ecclesiali e politici, ha mostrato una sete di ascolto, dialogo e progettualità. Cava de’ Tirreni, da sempre crocevia di culture e tradizioni, si è rivelata scenario ideale per il debutto, anche nella Provincia di Salerno, del documento “trasversale” degli amministratori cattolici.

 

La cornice della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici, tenutasi a Trieste nel luglio 2024, rappresenta lo sfondo ideale di questa iniziativa: là dove si era parlato del “Cuore della Democrazia”, qui si è avviato il percorso proteso a tracciarne il battito concreto, nella vita quotidiana dei territori della Provincia di Salerno e nell’impegno responsabile degli amministratori locali.

 

Lo spirito complessivo di questa iniziativa traspare certamente dalle parole conclusive del prof. Lamberti, che sono apparse alla stregua di un vero e proprio manifesto dell’umanesimo politico: evocando il pensiero di Paolo VI, Benedetto XVI e Alcide De Gasperi, Lamberti ha saputo restituire alla politica la sua dimensione vocazionale, elevata e profonda. “Essere ponte, seme, luce”: questa l’esortazione finale rivolta ai presenti, nella consapevolezza che la semina dei valori genera frutti durevoli, anche quando il terreno può sembrare arido.

 

“Mai come ora” – ha dichiarato il prof. Lamberti – “di fronte ad una crisi di sistema che è anche (e soprattutto) ‘crisi di valori’, appare evidente l’urgenza di un nuovo protagonismo dei cattolici nella vita pubblica, come esercizio concreto della carità politica, nel senso caro a Papa Paolo VI. I tempi reclamano uno slancio che coniughi il rigore etico alla competenza istituzionale, illuminato da una visione antropologica autenticamente cristiana. Come diceva Alcide De Gasperi, ‘politica vuol dire realizzare’: ecco, è giunto il momento, per chi si riconosce nei valori del cattolicesimo democratico e sociale, di un impegno concreto, autentico, fattivo, nel solco di queste parole che invitano alla perseveranza, alla semina di valori, alla costruzione paziente di una società fondata sulla dignità dell’uomo e sul bene comune”. Il prof. Lamberti ha altresì ringraziato espressamente l’Arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, mons. Orazio Soricelli, per l’attenzione e per l’entusiasmo con cui ha condiviso l’iniziativa cavense e con cui ha seguito (e segue) il percorso della Rete, oltre che per la sua sempre infaticabile attività pastorale.

 

La trasmissione in diretta streaming dell’incontro, diffusa sul canale ufficiale del Comune, e la ripresa audiovisiva da parte di emittenti locali hanno permesso di amplificare il messaggio della Rete di Trieste, oltre i confini fisici dell’evento, creando certamente una risonanza nazionale che avvalora il progetto di una nuova convergenza culturale e civile.

 

In tempi attraversati da fragilità sociali, smarrimento etico e disillusione politica, la Rete di Trieste si propone, in sintesi, come proposta al tempo stesso alta e concreta, capace di tenere insieme visione e realtà, pensiero e azione.

 

Non si tratta di fondare un partito – come ha ben precisato il Coordinatore Nazionale Francesco Russo – bensì di generare, grazie alla testimonianza sul campo di centinaia di amministratori italiani, una cultura dell’impegno che possa fertilizzare il tessuto pubblico con semi di speranza, dignità e bene comune.

 

In definitiva, la giornata cavense ha dato voce ad una chiamata profonda: quella a riscoprire il significato autentico della cittadinanza, ad essere “presenza attiva” nella storia, ad impegnarsi con coraggio per costruire una Repubblica più giusta, più inclusiva, più fedele alla sua vocazione costituzionale.

 

Una chiamata che sarà accolta certamente nei prossimo mesi: l’impegno della Rete proseguirà a breve termine, sia con la proposta di mozioni nei Consigli comunali su temi di comune interesse sia con la sottoscrizione di documenti politici e con il confronto su singole tematiche di grande impatto socio-politico.

 

Tutto questo per costruire una “buona politica”, sentita non come potere, ma come servizio, non come dominio, ma come esercizio della carità. E se “politica vuol dire realizzare”, come affermava il De Gasperi evocato da Lamberti, allora è giunto il tempo – secondo lo spirito della Rete di Trieste – di “realizzare insieme”: in rete, in dialogo, in comunità.

 

Paolo Piluso