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Sul caso De Luca s’attendono nuovi sviluppi. Per ora l’unico indagato ad aver fatto istanza al tribunale del Riesame è Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio. Gli altri, invece, probabilmente attenderanno la chiusura delle indagini che, secondo la Procura di Roma, dovrebbe arrivare rapidamente. Intanto spuntano nuovi particolari dalle prime informative che sono finite, tra l’altro, anche sul tavolo del Csm e della Cassazione. Nonché sulla scrivania del Ministro Andrea Orlando fin dall’inzio dell’inchiesta, ossia dal trasferimento degli atti dalla procura di Napoli a quella della Capitale. Il procuratore capo Giuseppe Pignatone lo aveva messo al corrente, inviandogli gli atti della squadra mobile di Napoli, il 2 ottobre scorso, 17 giorni prima – dunque- della perquisizione a casa e nell’ufficio dell’ex capo staff Nello Mastursi. Gli atti trasmessi al Ministero della Giustizia – ma anche alla Cassazione, al Csm, e alla Procura Generale della Corte d’Appello di Roma – sono le decine di intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte dalla squadra mobile dal 16 luglio al 7 settembre scorso, periodo in cui il governatore deve dividersi tra la grana dei ricorsi intentati contro la sospensione dettata dalla Legge Severino e le nomine in sanità. Una delle intercettazioni ritenute significative dagli inquirenti a sostegno della tesi del presunto patto per una decisione favorevole al governatore campano Vincenzo De Luca è quella del 17 luglio scorso tra l’intermediario Giorgio Poziello, un caposala amico di Guglielmo Manna, marito del giudice Anna Scognamiglio, relatore nel collegio che si esprimerà sul caso De Luca il giorno stesso, e un altro soggetto non indagato, Eliano Angrisani. Poziello racconta all’amico dell’incontro avuto pochi giorni prima in un albergo di Napoli con Giuseppe Vetrano, avvocato avellinese e coordinatore delle liste a sostegno di De Luca di Campania Libera alle ultime Regionali. Poziello: «Gli ho detto..vedete che c’è una persona che rischia di morire…tra due giorni…i fatti stanno stanno così così così..la moglie di questo mio amico la può salvare… volete accettare questa cosa?». Angrisani: «eh….». Poziello: «Ci sta uno che sta in rianimazione…può essere che campa e può essere che muore…lo vogliamo tirare fuori? queste sono le condizioni». «Figurati che Guglielmo mi guardava… e mi faceva con la mano… calmati non parlare così… ho detto ‘senti questi sono i fatti’…e infatti dopo che io ho detto questa cosa… baci e abbracci con l’avvocato…».
Ma come in ogni inchiesta che si rispetti, spunta anche la conversazione più frizzante. Quella del 3 agosto tra l’avvocato Manna ed una donna non ancora identificata. A lei, Manna, si rivolge con toni confidenziali e lei è interessata agli sviluppi della “trattativa” con la Regione. «Se riesce questa cosa ti chiameremo direttore..direttore…», dice la donna. E lui: «Direttamente generale mi puoi chiamare…», poi prosegue: «Amore bellissimo, fammi andare che mi devo impernacchiare devo mettere giacca e cravatta…». E la donna, riferendosi all’incontro in Regione dice: «Senti amore ma a che ora devi andare la’?», Marra risponde: «Senti allora all’una viene mio cugino ci mangiamo una cosa insieme alle due andiamo a prendere quest’amico nostro al porto e poi da là andiamo là». Alle successive 14.51, Giuseppe Vetrano inviava a Carmelo Mastursi richiesta per un pass d’ingresso in Regione per tre persone.
Andrea Pellegrino