di Andrea Pellegrino
«Quanto alle tempistiche del deposito, ricordo che Antico ci informò di essere stato sollecitato dal presidente Ettore Ferrara (del Tribunale di Napoli) a decidere quanto prima e addirittura che avrebbe desiderato che decidessimo il giorno stesso dell’udienza». Le dichiarazioni sono di Raffaele Sdino, ascoltato insieme al collega Umberto Antico. Entrambi sono giudici del collegio che ha esaminato la vicenda De Luca, di cui faceva parte Anna Scognamiglio.
A ricostruire i giorni successivi all’udienza del 17 luglio è Umberto Antico: «Nei giorni successivi non ricordo se ci siamo visti o sentiti con Anna Scognamiglio; si ventilò la possibilità che l’ordinanza venisse depositata martedì 21 luglio luglio. Ricordo successivamente che la Scognamiglio mi disse che non ce l’avrebbe fatta a depositare martedì, dicendomi che l’avrebbe avuta pronta per mercoledì, come poi è accaduto».
Il 22 luglio, Raffaele Sdino firma l’ordinanza ma chiede di rendere la notizia nota solo dopo l’udienza in corso sul reclamo di de Magistris. «Ricordo – dice Sdino – che diedi disposizione (alla cancelliera) di non rendere pubblico il deposito dell’ordinanza in quanto temevo che la diffusione avrebbe turbato lo svolgimento dell’udienza. Ed invece poco dopo notai che la notizia della decisione sul caso De Luca era giunta agli avvocati impegnati in udienza. La cosa mi infastidii non poco e ricordo che richiamai anche alcuni di loro ad un comportamento più consono». Un fastidio di Raffaele Sdino confermato dalla stessa Anna Scognamiglio che via Whatsapp scrive: «Durante l’udienza gli avvocati hanno ricevuto sul cell la notizia di De Luca e si battevano il 5. Raf (Raffaele Sdino, ndr) incazzato».