Caso Catania: il Giudice Indipendente secondo Licio Gelli - Le Cronache
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Caso Catania: il Giudice Indipendente secondo Licio Gelli

Caso Catania: il Giudice Indipendente secondo Licio Gelli

di Michelangelo Russo
La crocefissione che ha in atto, in questo momento, la Destra più retriva e rustica contro la collega di Catania …… che ha scarcerato i tre migranti con motivazioni rapportate alla Carta Costituzionale, è un pretesto ennesimo del dileggio grossolano con cui una certa parte politica usa trattare i magistrati quando adottano decisioni che sconfessano iniziative discutibili di parte conservatrice. Colpire la sensibilità umana del magistrato e la sua cultura, soprattutto se raffinata ed evoluta, è stata da sempre una ossessione dei despoti, autentici o potenziali. Ferdinando di Borbone odiava gli avvocati, definiti da lui con l’appellativo “paglietta”, come li chiamava il popolino, perché sua Maestà era un ignorante che non sapeva nemmeno parlare in italiano, e diffidava quindi di tutti coloro che ne sapevano ben più di lui. Licio Gelli aveva paura solo dei Magistrati, e non dei politici o degli imprenditori, perché li arruolava.
Licio Gelli fu il primo, nel suo programma massonico di assalto allo Stato costituzionale, a parlare della necessità di test psichiatrici per i Magistrati. Gli tenne banco il Cavaliere Silvio Berlusconi, che nel 2003 definì nella rivista inglese “The Spectator” i magistrati come “mentalmente disturbati”. Ma, in consonanza con lui, un cavallo di battaglia, per l’attuale Ministro Nordio al tempo magistrato in servizio, fu sempre la dichiarazione di necessità per i giudici di test psichiatrici per l’ingresso in carriera. Nessuno della Magistratura si mise ad invocare contro Nordio azioni disciplinari per così singolari ed inopportune esternazioni. Salvini dei test psichiatrici per i giudici ne ha fatto addirittura un mantra, che ripete ogni volta che qualche sentenza gli dà fastidio, a partire dal sequestro della nuova Diciotti. Di conseguenza, il Giudice che gli sta stretto è verosimilmente un pazzo, o peggio, un pericoloso estremista di Sinistra, che è più o meno la stessa cosa. Chi scrive non ha mai nascosto di essere di cultura progressista. Per cui ritornanti accuse di parzialità politica sono state di continuo ventilate, anche se inutilmente, per la loro inconsistenza. Ma ci fu un caso nazionale, nel 1998, in cui ebbi l’onore anche io di una bollatura come disturbato mentale: subito dopo la perquisizione della Curia di Napoli in un processo che vedeva l’allora Cardinale implicato in una storia di usura a carico del fratello e di altri indagati, la testata Il Giornale, del gruppo Berlusconi, titolò a caratteri cubitali, in prima pagina, che da quattordici anni io, Procuratore di Lagonegro, sognavo il blitz nella Curia. La prova? Un testo satirico di vignette, pubblicato nel 1983, che ironizzava sull’immaginaria (ma identificabile) città di Camorroppoli, dove camorra e politica andavano a braccetto nel degrado delle istituzioni, con una Chiesa (quella di allora) sensibile più agli affari che alle anime. Insomma, quando smaschera il Potere, il Giudice è sempre un pazzo estremista, e si scava nella sua vita personale per poter dire qualsiasi idiozia eclatante. Ora, la collega Apostolico di Catania partecipò, come cittadina, a una protesta popolare contro il sequestro della nuova Diciotti. Era una estremista responsabile o una donna matura, e madre, sensibile alla sofferenza di tanti ragazzini sequestrati? Va detto che Stefania Prestigiacomo, già Ministro di Berlusconi, salì addirittura sulla nave per dare solidarietà ai bambini! Era pazza ed estremista anche Prestigiacomo? O, come tutte le madri del mondo, alzano, quando hanno coraggio, la loro voce potente nel nome del dovere di preservare la vita?
La stomachevole campagna contro la Magistratura non vede, e non a caso, la Meloni allineata in questa caccia alle streghe che ha come obiettivo l’intimidazione alla libertà dei Magistrati nell’interpretazione della legge, anche contro le pretese partigiane del Potere di turno!