«I ragazzi hanno avuto una reazione uguale e contraria, non siamo tutelati». Parla Marco Salvato, titolare dell’agenzia “MS investigazioni”, da circa 11 anni attivo nel settore della security per eventi pubblici e privati.
La sua società è stata direttamente coinvolta nella vicenda del “Modo”, poiché i buttafuori intervenuti sul ragazzo e ripresi in un video che ha fatto il giro del web fanno riferimento proprio alla sua agenzia. L’intervista è stata realizzata dal quotidiano Le Cronache oggi in edicola
Come si gestisce un caso del genere?
«Il caso, anzitutto, è molto delicato, in quanto come si è potuto anche notare su Facebook, il video che sta spopolando sul web fa notare che i due buttafuori, dopo aver con tranquillità portato fuori dal locale Modo questo soggetto che arrecava soltanto fastidio e danni, non solo a se stesso ma anche a coloro che si stavano divertendo.
C’è stata una prima reazione da parte dei buttafuori per far calmare il soggetto dalla sua ira, immotivata poiché non si sa il motivo per cui abbia avuto voglia di picchiare le persone.
Anche i collaboratori hanno notato che il soggetto era già sotto effetto di una grande quantità di alcol, non si sa se ci fosse anche presenza di stupefacenti ma era sicuramente alterato a livello di alcol».
Molti si stanno indignando per il metodo utilizzato per bloccare il soggetto, nonostante lui avesse colpito più volte la vetrata con una pie tra…
«C’è stata, diciamo, una reazione uguale e contraria. A differenza che, purtroppo, essendo anche di stazza molto superiore al ragazzo i due buttafuori hanno fatto notare la differenza. Forse è vero che c’è stato un eccesso di zelo da parte di uno dei buttafuori, ma teniamo presente che il soggetto – il video non è stato girato – dopo aver rotto la vetrata dell’ingresso del Modo e dopo essere stato bloccato è andato al locale accanto a prendere una sedia per infierire nuovamente contro i buttafuori. Diciamo la verità: i buttafuori hanno dovuto anche difendersi da una situazione del genere. Precisiamo che la figura del buttafuori non è soltanto il filtraggio del locale, ma serve anche per la tutela degli ospiti e di coloro che vogliono divertirsi la sera».
Sui social i commenti sono per lo più indignati. Fino all’arrivo della polizia come si gestisce una persona in quelle condizioni?
«Non siamo autorizzati ad avere le manette, quindi non possiamo bloccare con le manette un soggetto del genere. Non abbiamo lo spray in dotazione, perché può essere inteso come un’arma nei confronti di una persona inerme. In questi casi, comunque, la prima cosa che si dovrebbe fare è bloccare il soggetto e calmarlo. Purtroppo, vedendo la scena, il soggetto non era tanto consapevole di quanto stava facendo né, tantomeno, era gestibile nel migliore dei modi visto l’epilogo. Anche essendo due persone rispetto a uno. Loro hanno pensato a difendersi anziché farlo calmare, poi il resto si è visto nel video».
La reazione quindi è stata proporzionata?
«Sì, tenendo presente comunque che il soggetto ha infierito non solo con le mani ma anche con oggetti come una pietra e una sedia. Uno dei buttafuori, a maggior ragione, ha dovuto difendersi in qualche modo».
Come si opera all’interno?
«Lì è molto più difficile, perché bisogna evitare di destare preoccupazione verso gli altri clienti all’interno del locale. Quindi bisogna far sì che il soggetto venga blindato dai buttafuori e accompagnato all’esterno del locale: ciò però, ovviamente, sempre fatto in modo discrezionale».
Quindi situazione inimmaginabile in un contesto come quello della serata finita sotto i riflettori…
«Assolutamente, tenendo presente anche che il soggetto era molto ubriaco e la scena si è spostata fuori. Non so chi lui abbia picchiato all’interno del locale, se un uomo o una ragazza. Poi i due ragazzi, vedendo che il soggetto recava danno e fastidio, lo hanno tranquillamente accompagnato fuori».
Un gestore del locale che si vede danneggiato, come preferisce intervenire?
«Ipotizziamo che i buttafuori non avessero alzato un dito. Possiamo immaginare tranquillamente che il soggetto avrebbe infierito o su qualche ospite o sul bancone o sulla vetrata, recando ulteriori danni sia all’immagine del locale ma anche al locale stesso. Per me, quindi, è stata una reazione per lo svolgimento corretto dell’attività di sicurezza per il bene sia del locale sia della clientela. Non si poteva aspettare l’arrivo delle forze dell’ordine: nel frattempo cosa sarebbe potuto accadere? Che ne possiamo sapere di quale reazione avrebbe potuto avere? Il ragazzo poteva essere armato di coltello o pistola. Se ci fosse stato un accoltellamento? Non sarebbe stato nemmeno il primo caso in Italia, purtroppo».
Come si risponde alle critiche rivolte alla security?
«La risposta è molto semplice: l’attività di addetto alla sicurezza, in queste circostanze, non è bella e non è facile. Anche perché bisogna capire le intenzioni di colui che vuole arrecare il danno in quel momento e non hai tempo di pensare sul da farsi. Bisogna, quindi, avere il giusto tempo e la freddezza di poter gestire la situazione».
Siete tutelati nell’esercizio delle vostre funzioni?
«No. La tutela totale non l’abbiamo, ci sono molte falle in questo decreto ministeriale dove, secondo me, bisognerebbe approfondire l’argomento e dare una tutela maggiore al buttafuori. Non perché debba reagire nei confronti del soggetto che lo minaccia, ma per tutelarlo affinché possa essere di supporto alle forze dell’ordine. Serve un intervento stringente da parte del legislatore per far sì che si possa aumentare il livello di tutela nei nostri confronti ma, più che altro, sulle persone che potrebbero essere coinvolte in qualsiasi modo»