di Arturo Calabrese
Il giorno tanto atteso è arrivato. Oggi, in quel di Vallo della Lucania, si potrà decidere il futuro di una parte della vita politica ed amministrativa di Agropoli. Sono sei le persone che rischiano di essere rinviate a giudizio ed esse orbitano o hanno orbitato tutte intorno all’Agropoli Cilento Servizi, la partecipata del comune. Si tratta del presidente Domenico “Mimmo” Gorga, fiero sostenitore dell’attuale sindaco Roberto Antonio Mutalipassi e l’unico a non essere rientrato nel repulisti generale attuato negli ultimi giorni, il direttore generale Giuseppe Capozzolo, l’ex direttore Fabio Serafini, il legale rappresentante della cooperativa “il Faro” Giuseppe Conte, il legale rappresentante della società “Truck Star srl” Luca Gregorio e l’ex sindaco di Agropoli Adamo Coppola. Per i sei c’è l’accusa di peculato, ma per alcuni il Pubblico Ministero Vincenzo Palumbo ne ha rilevate anche altre. Al centro delle altre accuse c’è proprio Gorga, famoso ad Agropoli anche per le sue velleità tennistiche e per un video lanciato sui social in piena emergenza pandemica nel quale, in uno degli uffici di Palazzo di Città dove era presente in qualità di membro del Coc, prendeva a calci un rotolo di carta igienica.
Mentre Agropoli e l’Italia soffrivano per il covid e piangevano i morti, un membro del comitato di sicurezza si dilettava, tra l’altro con scarsi risultati, a partecipare ad una di quelle sfide diventate virali sui social. Nulla di male se ciò fosse avvenuto in una casa privata, ma gli uffici comunali dovrebbero essere utilizzati per azioni molto serie ed in particolare in quel periodo in cui ansia e paura la facevano da padrone. Lo sportivissimo Gorga, che evidentemente in quel periodo tentò una carriera poi naufragata da influencer, insieme ai direttori che si sono succeduti Fabio Serafini e Giuseppe Capozzolo «avendo la disponibilità del denaro gestito dall’Agropoli Cilento Servizi, si appropriavano della somma di euro 1080,15 distraendola per finalità non istituzionale – si legge nel dispositivo firmato dal Pubblico Ministero Vincenzo Palumbo – in particolare disponevano il pagamento di fatture relative al rifornimento di carburante per veicoli non appartenenti all’Agropoli Cilento Servizi». Secondo quest’ultimo, da parte della Coop sarebbe stato disposto un pagamento pari a 1700 euro per una cena in un noto ristorante agropolese oltre all’acquisto di una certa quantità di panettoni in occasione delle festività natalizie. Per l’accusa, si trattava di soldi pubblici che non sarebbero potuti essere destinati per tali spese. Nel mirino della Procura della Repubblica anche il rapporto tra l’Agropoli Cilento Servizi, presieduta all’epoca dei fatti già da Domenico “Mimmo” Gorga, ed una seconda cooperativa a cui sarebbero stati affidati dei lavori nel 2016, mai verificati e avvenuti «in assenza di qualsivoglia atto di affidamento del servizio».
Per Coppola, invece, le accuse risalgono a quando rivestiva il ruolo di assessore al bilancio durante la seconda amministrazione Alfieri. In concorso col responsabile del servizio finanziario, Giuseppe Capozzolo, è accusato di aver prodotto «un atto falso – le parole dell’accusa – quale proposta di approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2016, così inducendo in errore il Consiglio Comunale di Agropoli che con deliberazione approvava il rendiconto dell’esercizio finanziario 2016, così formando una delibera viziata da falsità ideologica». Oggi, dunque, la sentenza sul rinvio a giudizio.